di Giampiero Scarpino
Questo è uno dei miei affreschi preferiti, ad Assisi, per ciò che racconta, per la sua posizione, per la sua novità: è la Madonna col Bambino tra i santi Francesco e Giovanni Evangelista di Pietro Lorenzetti (1310/20 c.a.). Potrebbe perdersi tra tutti quei capolavori di Giotto e Cimabue, invece… È situato nel transetto sinistro della basilica inferiore di San Francesco, sotto ad una finestra da cui il sole, all’ora del tramonto, lo fa brillare, per cui è conosciuto anche come “Madonna dei tramonti”.
L’idea della Riviera dei Tramonti nasce anche da questa suggestione e tanti segni e frequentazioni assidue già ci accomunano all’Umbria e ai luoghi di Francesco. La Madonna dei Tramonti è già la protettrice delle due coste sorelle, chissà se la nostra Riviera diventerà presto la spiaggia degli Umbri.
Ritornando all’affresco, la novità consiste nel fatto che la Madonna e Gesù sono ritratti nella loro quotidianità, umanizzati, col Bambinello che sembra interrogare la madre su quale dei due santi interpellare per primo. Maria indica Francesco, il “padrone di casa”, qui preferito persino “al discepolo che Egli ama” di evangelica memoria.
Insomma, l’agiografia francescana, ad Assisi, sublima costantemente il “poverello”, ne stravolge la peculiarità di ultimo tra gli ultimi, persino. Sì, tutto questo è poco fedele all’essenza stessa di Francesco, eppure egli qui vive nella sua coerenza e a questa magnificenza si perdona anche lo stravolgimento, perché nella sua umiltà il poverello tutto sovrasta.
Nella Basilica Inferiore di S. Francesco di Assisi, tra gli affreschi di Cimabue, Giotto e Simone Martini, si può ammirare l’affresco di Pietro Lorenzetti che rappresenta quattro personaggi di cui due impegnati in un dialogo. L’Affresco lega la Riviera dei tramonti (Calabria) alla splendida città di Assisi cara a San Francesco e Santa Chiara.
Anche ad Assisi la sera si vivono fantastici tramonti di colore rosso bellissimo, famosi i tramonti con il sole che illumina la Basilica di Santa Chiara e la Cattedrale di San Ruffino. Al centro dell’affresco c’è una scena di vita quotidiana: la Madonna è intenta a parlare col Bambino e la gestualità indica il dialogo in atto. Il dialogo, apparentemente muto, ma esplicitato dai gesti, ci rende compartecipi.
Un meraviglioso bambino, comodamente seduto in braccio alla mamma, richiama la sua attenzione con le dita della mano e chiede di parlare, atteggiando il viso alla domanda. La mamma, con piglio quasi severo, lo ascolta attenta. Le due figure a lato sono: San Giovanni apostolo e San Francesco e il bimbo chiede, per non confondersi nella scelta: “dimmi mamma, a chi mi devo rivolgere per primo”?
E la mamma gli risponde, indicando, con il pollice della mano destra, San Francesco, quasi a dire -siamo in casa sua-. Basta quel gesto e l’arte diventa improvvisamente vita. Il -gesto dialogato-, protagonista della pittura di Giotto, segna l’apertura dell’arte alla modernità espressiva. L’affresco rappresenta dunque una scena di vita quotidiana, che si può ammirare e leggere con precise connotazioni che assumono rilievo nell’espressività che, esulando da un contesto ieratico, diventa umanità. Al dialogo assistono, attenti e silenziosi, i due santi. Dolcissimo il volto della Madonna; una mamma attenta alle domande del figlio, in una costruzione che, basata su pochi elementi espressivi, si connota nel gesto e nello sguardo.
Quel gesto provoca nel visitatore una forte emozione alla presenza di una Madonna che è essenzialmente mamma e segna un’evoluzione nel concetto di un’arte che, diventa espressione di vita stessa. È “La Madonna dei Tramonti”, cosiddetta perché affrescata da Lorenzetti di fronte a una finestra dalle quale, un raggio di sole, entrando nell’ora del tramonto, la illumina in tutta la sua bellezza. Pietro Lorenzetti (Siena, ca. 1280/85 – ca. 1348), pittore italiano del Trecento fu tra i maestri della scuola senese. (Duccio di Boninsegna//Simone Martini). http://immaginettemariane.blogspot.com/2021/05/assisi-pg-la-madonna-dei-tramonti.html