“La reazione degli artisti ucraini alla guerra è molto diversa ma sempre coraggiosa. Sono profondamente orgogliosa di tutto quello che i miei amici cineasti e intellettuali in Ucraina stanno facendo – afferma – Filmano documentari in posti ad altissimo rischio; si arruolano nell’esercito; ed anche se fuggiti all’estero sostengono a distanza l’Ucraina. Siamo una grande comunità, unita dalla Maidan revolution”.
Tra i progetti fermi della regista a causa della guerra un film sulla vita di Kazimir Malevych, pittore d’Avanguardia conosciuto nel mondo per il quadrato nero e perché russo: “Avrei dovuto iniziare il 15 marzo. Voglio che attraverso questo film si sappia che Malevych è anche ucraino, perché nato a Kyiev e polacco, come russo. Era un artista che ha subito la repressione e le torture sovietiche e si è battuto per la libertà dell’arte e dei popoli. Il messaggio del film è la lotta contro i sistemi totalitari, il loro persistere e per la libertà del popolo ucraino”.
(di Roberta Lanzara)