Larry Olmsted, autore del libro Real Food, Fake Food, intervistato dal giornale online Mother Jones fornisce ai lettori un utile consiglio per scegliere il miglior olio extravergine: «Se si deve acquistare alla cieca senza nessun altro indizio se non il Paese di origine, scegliete gli oli prodotti in Cile o in Australia. I due Paesi hanno ricevuto il massimo dei voti dalla relazione internazionale della Trade Commission degli Stati Uniti per la qualità media dell’olio extravergine di oliva».
E così, il nostro Paese ha perso il primato anche dell’olio extravergine, quello che un tempo veniva definito l’«oro verde italiano», osannato entro e fuori i nostri confini.
A rovinare la nostra reputazione gastronomica e quella dell’evo italiano sono state le tante frodi che hanno colpito il settore alimentare e tra queste quelle che hanno riguardato l’olio extra vergine non sono state poche.
Ricorderete i risultati del test di giugno dello scorso anno, effettuato dal mensile Il Test-Salvagente che aveva declassato 9 bottiglie su 20 a semplici «vergini».
Risultati poi confermati dalle analisi svolte dal pm Raffaele Guariniello che proprio dopo il test aveva affidato ai Nas un campionamento a tappeto. Da quel campionamento è nata un’inchiesta che vede coinvolti i big dell’olio: come finirà, da un punto di vista giudiziario, è presto dirlo ma certamente la perdita di prestigio è una delle conseguenze che il settore sta già scontando.
Anche negli Stati Uniti, però, le frodi non mancano e anche oltreoceano l’olio è la preda privilegiata dai frodatori. I produttori ingannano i consumatori almeno in tre modi – scrive Olmsted – diluendo l’olio d’oliva extra vergine reale con oli meno costosi, come la soia o olio di girasole; mischiando l’olio d’oliva di alta qualità con l’olio d’oliva di bassa qualità e rendendo olio di bassa qualità extra vergine di oliva.
Quando i ricercatori della University of California nel 2010 hanno testato alcuni campioni di evo acquistati presso la grande distribuzione, hanno trovato che il 69 per cento dei campioni importati «extravergine» non è riuscito a soddisfare gli standard internazionali.