Il presidio ospedaliero di Soveria Mannelli
9 febbraio 2019
Il presidio ospedaliero di Soveria Mannelli

News Calabria

Comitato Pro Ospedale del Reventino: «No al Polo Hospice per malati terminali, qui abbiamo bisogno delle prime risposte. Faremo muro»


Mentre l’ospedale di Soveria Mannelli annaspa, tra defezioni a causa di pensionamenti, non rispettate presenze specialistiche, sovente malfunzionamento dei server aziendali, calendari per le prenotazioni che si esauriscono nel giro di 50 minuti a fronte di una domanda esponenziale, “normali” guasti alle attrezzature, in questa settimana hanno avuto problemi l’ecografo e il mammografo.

Scelte non certo dettate dal buonsenso, esempio: le vaccinazioni. Un tempo erogate due volte al mese, poi messe in discussione dove si volevano dismettere e quindi far scendere il territorio a Sambiase, poi si è rivisto l’intento, e riproposto il servizio a Soveria addirittura per come ovvio ogni venerdì, oggi rivisto a primo e terzo venerdi del mese. Se a questo si aggiunge che i servizi sovente saltano, non è difficile capire come nella mente dei cittadini alberga l’idea di un ospedale che funziona a tentativi, lasciando lontana un’idea che nel passato si era costruita su basi solide. Si va avanti a furia di buona volontà di chi vi opera sul terreno. Eppure esiste una “legge” scritta sin da quando c’era Scopelliti, poi Loiero, per arrivare a Massimo Scura.

Una “legge” o meglio oggi un decreto che trova in questi territori presupposti imprescindibili anche in regime di commissariamento nel rispetto del pareggio di bilancio. Questa legge è espressamente vergata nel decreto 64, l’ultimo di una sequela sulla riorganizzazione della rete ospedaliera che partono dal decreto 18 di Scopelliti, dove viene sottolineata la specificità delle zone montane o periferiche. Decreti che hanno prodotto la ristrutturazione dei Pronto Soccorso e l’istituzione del servizio di rianimazione h24.

Che hanno blindato i reparti di medicina interna, che hanno lasciato i laboratori analisi e le radiologie, che hanno sancito l’istituzione dei 20 posti di lungodegenza e altrettanti di riabilitazione annessi alla medicina. Che hanno lasciato mani libere (così ci ha detto Scura davanti al DG Giuseppe Perri e davanti al deputato del M5S D’Ippolito nemmeno un anno fà) ai direttori generali di capire quali ambulatori istituire anche in forma h 8 per dare risposte primarie e immediate alla gente.

E così ultimamente ha puntualizzato il ministro Giulia Grillo (a cui abbiamo inoltrato una mail, che a breve invieremo a parlamentari a noi vicini disposti a farsi da tramite) quando nel tour esplorativo ha preso atto di cosa succede nei grandi ospedali, con pronto soccorso al limite e reparti intasatissimi: qui, dice la ministra, non c’è rispetto per l’ammalato, forse qualcosa è andato storto, bisogna riaprire molti dei piccoli ospedali affinchè facciano da filtro ed evitino tali nefandezze (affermazioni di una settimana fa).

E mentre questo pensiero si annida ovunque, a Lamezia richiedono giustamente con forza la TIN, l’emodinamica, l’emoteca e il ripristinino di specialistiche perdute, perché sanno di poter scivolate in una palude dove a Germaneto potrebbero convogliare tutto il sistema sanitario centrale, di fatto sminuendo l’ospedale della piana. Giustamente vogliono rispetto per la realtà che rappresentano. Tutto questo per arrivare dove? A noi, qui a Soveria, dove pare che il nuovo DG Fico pare abbia un’idea per l’ospedale, o meglio “un progetto” tanto inutile quanto intriso di elemosina, ovvero; e non sappiamo se in parte o in toto, ridare “dignità” all’ospedale facendolo diventare un polo Hospice, in due parole un “lazzaretto” per malati terminali appoggiandosi probabilmente alla Legge n. 38 del 15 marzo 2010.

Pare che di questo se ne stia convincendo qualche amministratore locale, che nei tempi in cui albergava il buon senso con forza disse NO all’istituzione di una Casa della Salute in cambio di qualche milione di euro; in altri posti accettata e oggi vista come un “vuoto a perdere”. Più volte a Chiaravalle si è parlato di “fregatura”. Noi che in dodici anni seguiamo l’ospedale attraverso lotte anche epiche, intrise di confronti con tutti i DG che si sono succeduti, con commissari, responsabili della sanità regionale sia in regime ordinario che commissariale ci siamo fatti un’altra idea.

Niente trabocchetti, ma certezze sul sostegno al Decreto 64, e all’immissione di una medicina ambulatoriale multipla, con gli annessi Day Surgery multidisciplinari. Noi lotteremo solo per questo, accodandoci a quello che la ministra Grillo si dice convinta di fare per ridare dignità ai cittadini. Gli Hospice che trovino posto in contesti più importanti con supporti specialistici affiancati, qui, in montagna abbiamo bisogno delle prime risposte, le cose complesse andremo a definirle negli Hub, ma per cortesia non si inizino a pontificare idee del tutto fuori luogo. Qui faremo muro con tutti i cittadini dell’alto Reventino e oltre.
Il Direttivo del Comitato


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