Ma i sindacati, che avevano da tempo sollecitato l’incontro, arrivano a palazzo Chigi con l’intenzione di parlare, o sentir parlare, soprattutto di tutela e di aumenti salariali, dal rinnovo dei contratti pubblici a una versione strutturale del taglio del cuneo fiscale, dalla detassazione della tredicesima alla riduzione delle aliquote fiscali fino alla rivalutazione delle pensioni. Capitoli di un dossier corposo che secondo le aspirazioni sindacali dovrebbe trovare posto nella ormai prossima legge di bilancio ma su cui Cgil, Cisl e Uil vorrebbero che si disegnasse un timing di incontri ravvicinati e si desse corso ad un confronto a tutto campo. Ma un certo scetticismo sull’esito del round di oggi trapela. Soprattutto in casa Cgil che teme un nuovo tavolo di ‘ascolto’.
“Noi partiamo da un presupposto: che siamo in presenza di un’inflazione da profitti che stanno pagando essenzialmente i lavoratori dipendenti e i pensionati. Per affrontarla dovremmo usare tutti gli strumenti a partire dall’aumento dei salari, con il rinnovo dei contratti, e poi con la leva fiscale altrimenti restiamo piantati su provvedimenti-vetrina. Questi protocolli con la grande distribuzione sono e restano piuttosto generici, non vincolanti, e comunque inadeguati a incidere sui meccanismi che generano inflazione. Ciascuno si sta facendo la propria scala mobile e pagano solo i dipendenti e i pensionati. Se non affrontiamo la questione salariale si risolve tutto in un pannicello caldo e avremo partecipato solo all’ennesimo tavolo privo di carattere negoziale in cui il governo si riserva di decidere”, spiega conversando con l’Adnkronos, il segretario confederale Cgil, Christian Ferrari.
Al tavolo oggi non sarà comunque presente il leader Cgil, Maurizio Landini, impegnato in una 24ore non stop dedicata alle assemblee dei lavoratori e nella manifestazione Fiom in vista della mobilitazione in difesa della Costituzione del 7 ottobre prossimo convocata, assieme ad una lunga lista di associazioni laiche e cattoliche, per sollecitare un cambio di passo nelle politiche economiche e sociali del governo.
L’approdo a uno sciopero generale, ipotizzato in caso di risposte inadeguate sulle partite più urgenti, comunque, appare sempre più vicino anche alla luce di quello che per la Cgil, si spiega da Corso Italia, sta diventando un vero ‘attacco politico’ al sindacato da parte di un governo che ‘latita nel dare risposte ai bisogni del Paese’ ma poi risponde con ‘sollecitudine’ all’interrogazione di Fratelli d’Italia sulla vicenda innescata dal licenziamento per motivi oggettivi dell’ex portavoce Massimo Gibelli in cui sembrerebbe emergere, annotano ancora in casa Cgil, una certa ostilità da parte dell’esecutivo nei confronti di un sindacato ‘scomodo’.
Assente anche il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri mentre parteciperanno all’incontro lo stesso Ferrari per la Cgil e la segretaria confederale Uil, Ivana Veronese. Presenti invece sia il leader Cisl Luigi Sbarra che il segretario generale Ugl, Paolo Capone.