Quel che si racconta è un pezzo di storia troppo a lungo dimenticata da parte delle istituzioni locali della Città della Fata Morgana: una vicenda rimasta stranamente sconosciuta da parte di chi dovrebbe avere il preciso dovere di trasferire alle future generazioni la memoria di un crimine tanto efferato. Eppure viene da pensare se ci sono morti di serie A e morti di categoria inferiori, anche in virtù delle ultime e recenti scelte da parte di Palazzo San Giorgio, sede istituzionale del Comune di Reggio Calabria.
Sono trascorsi quarantuno anni dalla strage di Bologna (2 agosto 1980, ore 10:25) dove si spensero bruscamente sogni, speranze, affetti familiari, progetti, stroncati da uno spaventoso fragore scaturito da un ordigno posto all’interno della stazione emiliana. Quel terrificante impatto causò la morte di 85 persone (orribilmente mutilate) ed oltre 200 feriti deturpati nel corpo e nell’animo. Tra le vittime dell’attentato vi era il reggino Antonio “Totò” Lascala ed a distanza di tale arco di tempo, la città di Reggio Calabria, nonostante le varie sollecitazioni, sia istituzionali, personali, associative, ancora non ha inteso dedicare uno spazio pubblico ad un concittadino vittima innocente di quella strage terroristica. Un dolore che si trascina nei sentimenti dei parenti, degli amici, delle persone comuni, causa di uno degli eventi di cronaca italiana che ha marchiato per sempre la storia del nostro Paese. Ogni anno, a far data dal 1981, a Bologna, la giornata del 2 agosto diventa meta obbligatoria di un incontro della memoria. A tale appuntamento si riscontra per un discorso di coscienza civica, di solidarietà nei confronti di quella Città, nel rispetto di quei morti, di quei feriti, dei parenti degli stessi, la presenza di gonfaloni di diversi enti locali della Repubblica italiana, sembrerebbe che anche quest’anno vi sarà l’assenza di quello con l’emblema di San Giorgio. Tutta la Penisola italiana, come sempre, è stata interessata da diverse iniziative, mentre in riva lo Stretto un silenzio assordante. Nel Comune del capoluogo bolognese si è registrata la presenza di una moltitudine di Gonfaloni comunali, che come ogni anno si danno appuntamento proprio per ricordare il più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra. Il Circolo Culturale “L’Agorà”, vuole ricordare tale figura, anche se purtroppo dimenticato nella memoria, da parte delle istituzioni locali che dovrebbero avere il preciso dovere di trasferire alle future generazioni la memoria di un crimine tanto efferato. A tal fine piace ricordare che venne inoltrata da parte del sodalizio reggino una richiesta di intitolazione di luogo pubblico al Comune di Reggio Calabria, proposta acquisita d’ufficio al prot. 125802 del 6 agosto 2018 – indirizzata al sindaco, al segretario generale, al presidente della Commissione Toponomastica, al presidente del Consiglio. A distanza di tre anni il Circolo Culturale “L’Agorà” non ha ricevuto nessuna risposta in tal senso. Quali sono i tempi per una risposta a un’istanza regolarmente presentata a un comune in Italia? 30 giorni? 45? 90? 180? Un anno? Due anni? Tre anni? Non è dato saperlo, almeno in certi frangenti … geografici. L’unica cosa certa è che il Circolo Culturale “L’Agorà” sta ancora aspettando risposta. Anche se purtroppo dimenticato nella memoria, da parte delle istituzioni locali, il sodalizio culturale reggino ha realizzato un video dal titolo emblematico “Ricordare per non dimenticare”, visibile al seguente indirizzo:https://youtu.be/PymX65sjBu8