«… Mi sembra signor mio che voi dobbiate a me una risposta ed io a voi delle tabacchiere di bergamotto.»
(Marcel Proust da All’ombra delle fanciulle in fiore)

La tabacchiera di bergamotto era usata dai nostri avi per conservare il tabacco da fiuto. Con la buccia riversa del prezioso agrume veniva costruita una bottiglietta con un piccolo tappo a vite, in cui veniva posto il tabacco che, al momento opportuno, veniva versato in minima quantità nel cavo dell’avambraccio destro e poi annusato.

Un tabacco che diventava speciale, molto aromatizzato e che assorbiva anche un po’ delle preziose sostanze dell’agrume, mantenendo la giusta umidità.

La tabacchiera veniva fabbricata pazientemente, incidendo il frutto, estraendo tutta la polpa e, dopo averla rovesciata, era riempita di segatura per prendere la classica forma tonda e schiacciata.

La sua sommità veniva stretta da una corda e poi posta in un torchio e fatta asciugare al sole, svuotata e fatta asciugare ancora finché non raggiungeva la solidità giusta.

La tabacchiera di bergamotto fu d’uso comune tra il Settecento e l’Ottocento tra le popolazioni meridionali e pure fuori dall’Italia. Faceva parte anche dei generi di conforto dei soldati del Regno delle Due Sicilie, rendendoli probabilmente anche più forti contro le avversità climatiche e le fatiche delle battaglie.

Con il passare degli anni il tabacco da fiuto andò in disuso e anche la preziosa bottiglietta di conseguenza scomparve.

Ora la tradizione è stata ripresa da alcuni bravi artigiani calabresi e le tabacchiere di bergamotto ritornano a far bella mostra di sé nelle nostre case, usate come portaspezie o semplicemente come profumato souvenir della meravigliosa terra di Calabria.
Annamaria Persico