Omofobia, Gasparri: "Ddl Zan? Più importante di un norma costituzionale, apre al fluido e al tuttX"
22 maggio 2021

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Omofobia, Gasparri: “Ddl Zan? Più importante di un norma costituzionale, apre al fluido e al tuttX”


“Il tema del Ddl Zan è accompagnato da una grande mistificazione. Sembra un referendum tra chi è contro la violenza e chi la tollera. E’ invece un tentativo di categorizzazione giuridica della liquidità, di ciò che è percepito. Ma la percezione può essere strumentale. E’ un’autocertificazione. Chi la giudica?'”. Ne parla con l’Adnkronos durante la Marcia per la Vita, svoltasi a Roma, ai Fori Imperiali, il senatore Maurizio Gasparri, componente del Comitato di presidenza di Forza Italia, che sottolinea: “Sulla lotta alle violenze siamo tutti concordi, tanto che noi del centrodestra abbiamo presentato una proposta. Ma questa liquidità, questa rivoluzione antropologica, contenuta nell’articolo 1, non è accettabile perché crea un mutamento fondamentale dell’assetto sociale”. “Vorrebbero non discutere il ddl al Senato e votarla a scatola chiusa – riferisce – Ma noi rivendichiamo il diritto a dibatterne perché questa legge è più importante di una norma della Costituzione”.

Secondo Gasparri, tre sono gli articoli controversi: il numero 7 che “introduce concorsi ed eventi nelle scuole sulla teoria gender ed è guardato con preoccupazione dalle famiglie, in virtù della loro podestà educativa”; l’articolo 4 “in contrasto con l’articolo 21 della Costituzione sulla libertà di opinione”; e l’articolo 1, “il più grave”, su cui il Senatore scherzando afferma: “Non potremo più scrivere ‘tutte’ o ‘tutti’, ma tuttX’. Ma non se ne parla. La gente che dice voglio la legge Zan nei sondaggi pensa di dire sì a punizioni più severe per le aggressioni…”.

“L’articolo 1 del ddl – ribatte il senatore di Forza Italia – permette di declinare la propria appartenenza di genere non in base ad una transizione fisica ma in base alla identità percepita. Ma la percezione è una condizione personale che apre ad una liquidità totale nella dichiarazione della propria condizione sessuale, e può essere strumentale: così ad esempio – spiega – c’è un concorso per quote rosa e io mi sento donna in base alla convenienza. Il Paese purtroppo non ha percepito la discussione nella sua gravità: la demagogia sta aprendo le porte alla mistificazione del dibattito su alcune leggi ed alla totale confusione sociale”.

(di Roberta Lanzara)


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