L'inaugurazione dell'ambulatorio di Oncologia, avvenuta lo scorso anno (Foto tratta da ilreventino.it)
27 gennaio 2017
L'inaugurazione dell'ambulatorio di Oncologia, avvenuta lo scorso anno (Foto tratta da ilreventino.it)

News Lamezia e lametino

Soveria Mannelli. L’Oncologia è chiusa e il Day surgery non funziona


Era il 5 febbraio del 2016, quasi un anno fa, quando tutte le autorità istituzionali locali ma anche di comuni vicini, religiose, militari e sanitarie assistevano al taglio del nastro del reparto di Oncologia: un evento «storico» per l’ospedale cittadino!

C’eravamo anche noi del Comitato all’appuntamento. Tra l’altro quel reparto per certi versi inaspettato era un di più che il decreto n. 9 del commissario ad acta, poi ratificato nel 30 e nel 64, poneva come imprescindibile per gli ospedali montani della regione che ridisegnandone le funzioni tra le altre cose vedeva in questo servizio nuove dinamiche sanitarie per i malati oncologici spesso costretti a trasmigrare non solo nella nostra terra ma soprattutto fuori Calabria per vedersi risolvere i loro problemi.

La nostra soddisfazione si poteva leggere nelle parole che il sottoscritto pronunciò: «Il nuovo ambulatorio di Oncologia istituito presso la struttura montana, più che un ambulatorio ha tutta l’aria di essere un reparto con posti letto veri e propri essendo stato istituito nella rifatta ala sud del secondo piano. Oggi se il provvedimento è una prerogativa del decreto commissariale che ne vuole analoga istituzione negli altri ospedali montani, quello dell’Asp di Catanzaro nella tempistica ha bruciato tutti».

Pure l’incaricato responsabile del reparto dottore Ettore Greco si spese con parole da encomio: «Oggi questo comprensorio che ha le caratteristiche per poter dare l’avvio a un reparto del genere, avrà la possibilità di curare i propri ammalati in loco evitando inutili e costose trasmigrazioni per le famiglie non solo fuori regione ma anche all’interno della stessa, poiché di questi tempi questo tipo di cura ha costi di una certa rilevanza, senza tralasciare il fatto che la struttura ospedaliera si presenta bene per accogliere questa e altre iniziative».

Anche il sindaco Pascuzzi espresse un lusinghiero pensiero convinto che «l’Oncologia legittimerà ancora di più la presenza nella struttura del laboratorio analisi e della radiologia oltre che della struttura nel suo complesso», aggiungendo «è in itinere la presenza stabile in ospedale di un ortopedico e di un gastroenterologo, oltre che la prossima apertura di un pronto soccorso che per concezione sarà uno dei migliori della regione».

Poi la sequela di dichiarazioni delle istituzioni sanitarie, nessuna esclusa, che sigillavano l’importanza della cosa. Il sottoscritto, dal canto suo, a chiusura del suo intervento non mancò di dire che il Comitato avrebbe vigilato affinché agli impegni seguissero i fatti.

Oggi dobbiamo con amarezza registrare che, quasi dopo un anno dall’apertura, il reparto ha funzionato sì e non per due o tre mesi e mai con cadenze rispettate. Attualmente il reparto e la porta sono chiusi…

Dove siano le responsabilità è arduo dirlo poiché qualora ipotizzate nella mancanza di personale o altro, non sortirebbero che inutili giustificazioni. Certo è, che l’iniziativa si è sgonfiata come spesso è accaduto per altre cose.

A queste altre cose si dovrebbe aggiungere anche il Day surgery ovvero la chirurgia di giorno, che sebbene ipotizzata nei decreti commissariali come asse portante delle strutture montane in più discipline, di fatto pur avendo nell’ospedale sale operatorie ultra moderne non ha assunto i connotati per cui è stata prevista.

Le Chirurgie generale e plastica, le uniche che hanno avviato le loro prestazioni si vedono a macchia di leopardo, la prima con cadenza settimanale (senza tuttavia rispettare le date) e stenta a farsi percepire come una cosa stabile.

Ieri la seduta è saltata e stando a quanto sommessamente si viene a conoscenza la prossima seduta sarebbe slittata al 10 febbraio; la seconda cadenzata una volta al mese nei fatti non si coniuga con questo imperativo. Da qui la nostra solita preghiera ai vertici sanitari e istituzionali locali affinché come loro abitudine si prodighino a voler risolvere quanto fin qui detto.
Antonio Maida
Presidente Comitato «Pro Ospedale del Reventino»


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