Il 12 Febbraio del 2022 ricorre il Centenario della nascita del Prof. Sen. Armando Scarpino, nato a Nicastro il 12/02/1922. La figura di Armando Scarpino occupa sicuramente un posto particolare nel panorama politico lametino, ma non solo. Ordinario di Lettere Classiche, più volte Consigliere Comunale, fu eletto con il P.C.I. la prima volta al Senato della Repubblica nel 1963 (IV Legislatura), insieme ad Arturo Perugini (DC), ed una seconda volta nel 1972 (VI Legislatura), anno in cui fu anche eletta, sempre con il P.C.I., la Prof.ssa On. Graziella Riga alla Camera dei Deputati. L’attività parlamentare di Armando Scarpino è stata intensissima, ma non fece mai mancare il suo apporto alla sua terra a cui era fortemente legato. Schierandosi sempre dalla parte dei più deboli, Scarpino si spese intensamente per il diritto alla coltivazione della terra con l’occupazione delle terre del latifondo, per la lotta contro l’analfabetizzazione, per il diritto al lavoro, allo studio, alla salute.
Su suggerimento della moglie, la Prof.ssa Albertina Barilaro, Insegnante di Educazione Fisica e Fondatrice dell’A.P.D. Gascal, affiliata alla Federazione Ginnastica d’Italia (F.G.I.) sin dal 1964, è suo il disegno di legge atto a modificare il 1/8 Corso di Studio dell’”Istituto Superiore di Educazione Fisica” (I.S.E.F.) con il conseguimento della Laurea Magistrale, per dare la giusta importanza ad una materia poco considerata in ambito accademico. Molti anni dopo verrà istituita la Laurea in “Scienze Motorie”. Durante la Presidenza Tomaino, in qualità di Consigliere del C.D.A. dell’Ospedale Civile di Lamezia Terme, unico rappresentante del P.C.I., contribuì molto al miglioramento della Sanità a Lamezia Terme e del suo Circondario potenziando l’Ospedale Civile, ottenendo la realizzazione dell’Unità Coronarica e l’inizio dei lavori del Nuovo Ospedale, che dopo la sua scomparsa si arrestarono per diversi anni. Fruttuoso e sinergico il rapporto con il citato Presidente Aldo Tomaino e con i Primari dell’epoca, tra cui ricordiamo: Ardito, Borelli, Borrello, Frasca, Giraldi, D. Menniti, V. Menniti, Notaro, Virgillo, Zofrea ed altri, veri caposcuola della Sanità Lametina. Nonostante alcuni di loro avessero anche diverso orientamento politico, Armando Scarpino anteponeva a qualunque posizione ideologica obiettivi comuni da realizzare per garantire un’efficiente Sanità indistintamente a tutti. Difatti, sarà di Armando Scarpino l’intuizione e la volontà di mantenere in servizio nell’Ospedale Civile di Lamezia Terme entrambi i due massimi Chirurghi dell’epoca: il Dott. Virgillo ed il Dott. Borrello a dirigere rispettivamente i reparti di Chirurgia Generale I e Chirurgia Generale II. Intenso è stato il suo impegno affinché Lamezia Terme avesse l’Università e determinante quello per il nascente Aeroporto. Di domenica, da Senatore della Repubblica, lo si poteva anche trovare, insieme ad altri compagni, a distribuire,“l’Unità”, organo del P.C.I., sul Corso Numistrano di Lamezia Terme. Dopo la chiusura della S.I.R. si è recato personalmente, fino a poco prima della scomparsa, presso gli stabilimenti per portare i viveri agli operai rimasti senza lavoro, di cui molti provenienti da altre parti d’Italia e lontani dalle proprie famiglie. Dal suo “sentire” interno scaturiva l’impegno coerente per le necessità vere e per la dignità dei più deboli. E’ opinione comune che Armando Scarpino fosse uomo di grande cultura, specchiata onestà, profonda umanità e capace di uno sguardo politico molto ampio. La sua convinzione che il P.C.I. dovesse aprirsi al mondo cattolico e le sue critiche ai non pochi errori nei paesi di oltre cortina ne dimostrano sicuramente alcune tra le tante intuizioni in tempi non sospetti. 2/8 E’ stato molto amato dai suoi studenti, con cui aveva un rapporto assolutamente aperto e costruttivo, e molto stimato anche dai suoi avversari in ambito politico. Si spense a Roma il 20 Febbraio del 1976 dopo una seduta al Senato. Il 12 Febbraio aveva appena compiuto 54 anni. Anche se, come diceva, era un po’ stanco non avrebbe mai potuto mancare ad un appuntamento parlamentare che riguardava l’importante rapporto con la DC di Aldo Moro, di fatto si trattava di lavorare per garantire un futuro diverso e migliore al nostro Paese. Il P.C.I., a quei tempi, grazie all’impegno di tutte le donne e degli uomini che lo sostenevano, raggiunse i massimi storici ed Armando Scarpino, non da una posizione di forza ma di ampia collaborazione ed inclusione, scelse una direzione inedita. Durante il mandato del Sindaco Vittorio Esposito (DC), Lamezia Terme, forse unico caso nel nostro Paese, vedeva realizzarsi quel “Compromesso Storico”, le cui radici si spingono ben più lontano di quanto si pensi. Il resto della storia nazionale è ben noto. Da docente e politico ha infuso in tutti i suoi interlocutori lo stimolo a costruire un proprio pensiero libero e critico, rispettoso di altri punti di vista, dignitoso e coerente. Le moltissime testimonianze ricevute lo descrivono sempre disponibile ad un ascolto attento e favorevole, se possibile, ad un incontro tra le diverse posizioni ma lontanissimo da ogni interesse di parte politica o personale, fermo sul rigore intellettuale da esprimere con coraggio e coerenza, qualità che tutti riconoscono. Per chi lo ha conosciuto e frequentato la testimonianza è unanime. Attualmente siamo così lontani dallo spessore culturale, dalla sensibilità nell’ascoltare, dall’onestà intellettuale e dal coraggio di affrontare i problemi di uomini come Armando Scarpino per cui, e per altri di quella generazione, la politica era strumento per migliorare le condizioni di tutti e non opportunità per i propri interessi. Forse oggi, più che mai, per guardare al futuro serve conoscere con umiltà ciò che è stato. A parte l’Attività Parlamentare, ricostruire il profilo complessivo di Armando Scarpino è arduo proprio per la complessità della sua personalità e del suo operato. Anche se si deve e si può fare ancora molto, un contributo è giunto grazie alle numerose testimonianze offerte negli anni da studenti, amici, colleghi, compagni di partito, avversari politici che delineano una sostanziale coerenza. 3/8 Con il Centenario della nascita di Armando Scarpino si vuole contribuire alla storia di Lamezia Terme, e non solo, in maniera nuova con un Comitato e, a breve, con un’Associazione Culturale che porti avanti un’analisi serena ma rigorosa della nostra storia, che evidenzi le storture per non ripeterle e i momenti più alti per ribadirli, celebri donne ed uomini di ogni ceto sociale che si sono spesi per il progresso e che, indipendentemente da ogni credo religioso e ideologico, siano ricordati per ciò che hanno offerto, molte volte in maniera generosa, a questa Città ed a questa terra. La cultura non ha limiti ed il campo di attività di questa associazione non dovrà averne. La politica si fa per tutti e per affrontare ogni problema comune senza particolarismi e velleità personali. Per quanto Armando Scarpino appartenesse ad un partito, il P.C.I., questo è stato il suo insegnamento e questa sarà la linea dell’Associazione che potrà affrontare argomenti di riflessione e discussione anche molto diversi. Chiunque liberamente potrà offrire testimonianze che riguardino quegli anni o suggerire altri argomenti che potranno essere affrontati e discussi. I contributi, opportunamente redatti con la supervisione degli autori, potrebbero far parte di una raccolta che renda testimonianza ad una fase importante della nostra storia a cui anche le future generazioni possano fare riferimento. Chi scrive si è trovato in un tempo ed in un luogo che gli ha permesso di vivere alcuni momenti importanti da cui ricostruire, per quanto possibile, una figura ed un contesto storico scegliendo di stare dalla parte della gente, della comunità, confondendosi tra essa e quindi non tenendo conto di alcun legame di parentela affinché fosse libero di analizzare con rigore quegli anni e quel messaggio. Armando Scarpino e molti del suo tempo ci ricordano ancor oggi cosa si può e si deve fare lasciandoci un compito legato al passato per farlo proprio evitandone gli errori ma esaltandone i pregi e così provvedere al futuro di una Città, di una terra e di un Paese che attendono da fin troppo tempo. “Armando”, come amava essere chiamato, era la sua gente e la sua terra e per questo rappresenta un patrimonio dell’intera comunità.