Mauricio Macri, candidato del partito conservatore, ha vinto il ballottaggio con il 51% dei voti e si insedierà il 10 dicembre per un mandato di 4 anni. Dal primo ballottaggio della storia dell’Argentina, esce sconfitto Daniel Scioli, il candidato del peronismo e del governo uscente di Cristina Kirchner, che con il 96% delle schede scrutinate si era fermato al 48% delle preferenze. Il ballottaggio presidenziale ha avuto una vastissima affluenza: più di 32 milioni di elettori, quasi l’80%, è andata alle urne. Forte è stato l’appoggio a Macri delle migliaia di elettori di origine calabrese mentre le operazioni di voto, come ha dichiarato il ministro Alak, si sono svolte nella massima tranquillità con 800 mila rappresentanti di lista che Macri è riuscito ad organizzare in ogni angolo del Paese per evitare brogli elettorali per i quali i peronisti sono tristemente famosi.
Macri, nato l’8 febbraio del 1959 in una delle famiglie più ricche del Paese, è figlio del magnate Franco Macri, originario di Polistena in provincia di Reggio Calabria. Sposato, una figlia dall’attuale moglie e tre da un precedente matrimonio, laureato in Ingegneria civile presso la Pontificia università cattolica argentina, fan della squadra di calcio Boca Juniors di cui è stato poi presidente dal 1995 al 2008, stravincendo titoli a livello nazionale e internazionale, nel 1991 protagonista di un rapimento ad opera di agenti di polizia, che ottennero 2,5 milioni di dollari per liberarlo dopo 12 giorni.
Prima di diventare il leader di Cambiemos, è stato deputato nazionale nel 2005 per i Repubblicani e dal 2007 sindaco della capitale Buenos Aires. Definito dagli avversari politici «neoliberista e imprenditore di destra», durante la sua campagna elettorale ha precisato sempre che tra le sue priorità c’è sradicare la povertà e tenere uniti tutti gli argentini.

23 novembre 2015