di GIAMPIERO SCARPINO
“Purifica gli occhi della mente dalla polvere terrena. Abbandona le folle tumultanti e lo strepitio delle parole. Segui con lo Spirito l’Angelo nel deserto. Ascendi con lui il monte grande e alto, e allora potrai conoscere i profondi disegni che vi sono nascosti fin dai tempi più antichi per generazione di secoli”. (Gioacchino da Fiore)
Anche Piergiorgio Frassati , Santo nel 2025, si ispirò a Gioacchino da Fiore con il suo motto “verso l’alto”. Entrambi avranno tratto ispirazione dal profeta Osea, così dice il Signore: “Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”.
“Il Monaco che vinse l’Apocalisse”, il film sulla vita di Gioacchino da Fiore che uscirà il 5 Dicembre nelle sale cinematografiche italiane. Come lo vedremo noi calabresi: ci incuriosisce la vita di Gioacchino, la Bellezza del film, le musiche, scenografie e coreografie. Poi punteremo gli occhi sui luoghi dove il film è stato girato, tutti luoghi calabresi per lo più silani. Come lo vedremo noi calabresi che ci vantiamo indegnamente di avere un pizzico di fede? Sicuramente saremo attenti anche a gesti e parole di Gioacchino, al contesto storico, al messaggio che Gioacchino ha voluto tramandare, ai tempi in cui ha vissuto. Se poi la curiosità ci spinge anche a chiederci perché ad oggi Gioacchino non è ancora Beato allora vuol dire che rivedremo il film per memorizzare tutta la trama e dare una risposta ai perché.
Un dato importante emerge ancor prima di vedere il film. Tanto si parla di Gioacchino da Fiore in questi due anni, che Gioacchino è ritornato anche nelle nostre preghiere e riflessioni. Finora è stato al centro di studi e di cammini, ora quel Gioacchino che vedremo nei boschi della Sila e sentiremo da una cella di Abbazia è il Gioacchino dei testamenti spirituali dei libri sacri. L’era del Padre con l’Antico Testamento, del figlio con il Nuovo Testamento e dello Spirito Santo dalla discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e su di noi ancora oggi. La Santissima Trinità è confermata e divulgata dai monti della Sila, silenzi ,preghiere, digiuni ed ore trascorse a studiare testi sacri nella celletta di una Abbazia. Il monaco che vinse l’Apocalisse, sarà il regista Jordan River a dire perché ha dato questo titolo al film. L’augurio per lui e la sua squadra e per tutti noi è che il messaggio che lascerà questo film possa arrivare ai giovani dei nostri oratori oggi e per tantissimi anni .