Autonomia, Emiliano: "Prima di maggiori poteri perequazione di diritti e doveri"
7 dicembre 2022

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Autonomia, Emiliano: “Prima di maggiori poteri perequazione di diritti e doveri”


“Oggi abbiamo presentato al Presidente della Repubblica il progetto dell’evoluzione del regionalismo in Italia. Il presidente ne ha preso atto ed ha auspicato che il parlamento prenda coscienza dell’importanza delle regioni e che quindi legiferi non soltanto sulla conferenza delle regioni e quindi ha manifestato interesse anche su questa idea su questa costituzionalizzazione della conferenza delle regioni: è questo il passaggio più rilevante della giornata”. Queste le parole di Michele Emiliano, presidente della Puglia e vicepresidente della Conferenza della Regioni e delle Province Autonome.

“Le regioni sono d’accordo nel dare maggiori poteri alle regioni – prosegue Emiliano- passando prima da una perequazione dei diritti e doveri di tutti i cittadini e quindi il come e il quando di questa maggiore autonomia sono la frase chiave. Quindi, non se farla ma come farla e quando. Se il momento consente un processo del genere, se soprattutto l’idea della perequazione, che si possa andare con parità di diritti in tutto il territorio nazionale debba essere una condizione per passare ad una maggiore autonomia delle regioni o se il processo debba essere coevo”.

Sono le regioni del mezzogiorno, secondo il presidente della Puglia, a richiedere una maggiore uguaglianza: “Soprattutto le regioni del sud chiedono che la perequazione attraverso i livelli essenziali delle prestazioni possa essere precedente l’eventuale concezione di una maggiore autonomia alle regioni che lo richiederanno. Per quanto mi riguarda, penso che una maggiore autonomia delle regioni debba passare non dal 116 ma dal 138: cioè essere una riforma costituzionale completa che implichi anche le idee che il governo pare avere sulla riforma dello stato. Quindi una riforma costituzionale reale”.

Uno snodo da superare, infine, secondo Emiliano, è la proprio la questione meridionale: “Ovviamente, la differenza è che il processo del 116 può svolgersi in modo relativamente rapido: questo è l’obiettivo delle regioni più ricche, invece noi pensiamo che il 138 dia maggiore ruolo al parlamento e garantisca a tutti anche sotto l’aspetto dell’eguaglianza e del superamento della questione meridionale”.


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