Grillo conquista il palco, rifiuta di usare la sedia, nonostante i tentativi di Fazio di farlo accomodare, parla senza soluzione di continuità, salta da un argomento all’altro: la tv, i media, l’informazione, l’intelligenza artificiale, il lavoro e il lavoro del futuro, la serata alla Casa Bianca con Renzo Piano, la Festa dell’Unità con Gino Paoli, Donato Bilancia (che era figlio dell’amica della madre di Grillo), le pensioni… tanto che alla fine Fazio ammette di non essere riuscito a fargli neanche mezza delle domande che si era preparato.
Qualcosa però sulla sua avventura politica riesce a farglielo dire. Intanto, “ma perché hai deciso di fare politica?” e Grillo: “La politica la facciamo tutti, io già la facevo, avevo la macchina a idrogeno, lavoravo con i grandi del Politecnico di Zurigo, andavo in giro, ero curioso. Poi la gente diceva: ‘e adesso che hai detto tutto queste cose cosa facciamo? Bene, allora prendiamo queste cose e portiamole dentro le istituzioni: l’acqua pubblica, i rifiuti, la rete libera e gratuita…”
Conte? “Siamo stati io e Gigino la Cartelletta, parlo di Di Maio, a sceglierlo. Lui non era iscritto al Movimento. L’ho conosciuto un giorno, ho pensato ‘è un bell’uomo, mi piace, laureato, con un curriculum della Madonna’. Parlava inglese, poi parlava e si capiva poco, quindi era perfetto per la politica. Poi è migliorato, voglio dire. È una persona che piace, educata, non come me. C’è stato un bel litigio all’inizio, perché lui arrivava dall’accademia, dall’università, era uno scrittore, un avvocato, tutte cose che io non ero. Adesso ci mette un po’ più di cuore, lo avete capito”.
Dopo un’ora di monologo, Grillo torna a rivolgere al pubblico la domanda iniziale: “Allora, voglio sapere: secondo voi cosa devo fare? Siate sinceri”, e si sente rispondere in coro: “Il comico!”.