Un bilancio positivo quello del primo Sciabaca Festival. Una tre giorni di spessore promossa a Pizzo dalla Rubbettino Editore in collaborazione con il Comune, la Regione Calabria e la cooperativa Kairos, ente che gestisce il Castello Murat e la Chiesetta di Piedigrotta.
Dal 23 al 25 settembre, la città napitina ha fatto da incantevole cornice a incontri, dibattiti, concerti, spettacoli, mostre di fotografia, in una pluralità di narrazioni che hanno raccontato il Mediterraneo e le culture che in esso si incontrano, si mescolano e si muovono.
A fare da palcoscenico alle numerose iniziative, il Castello Aragonese e la Piazzetta Padiglione, nel cuore del centro storico di Pizzo. Una buona partecipazione di pubblico ha confermato le aspettative della vigilia sulla riuscita dell’evento che ha puntato su una programmazione di qualità.
A partire da venerdì 23 si sono alternati intellettuali del calibro di Goffredo Fofi e Ylljet Alicka, scrittori calabresi come Mimmo Gangemi e Francesco Bevilacqua, il gruppo musicale dei Nuju e la cantastorie Francesca Prestia, ma anche personalità della società civile come Don Giacomo Panizza e della politica, con un interessante dibattito sulle nuove opportunità del turismo, con il vice-presidente della Giunta Regionale Antonio Viscomi.
La cooperativa Kairos ha promosso, inoltre, un percorso murattiano di urban trekking tra gli angoli più suggestivi di Pizzo. La chiusura del festival domenica è stata affidata alla proiezione del film Fuocoammare di Gianfranco Rosi, che rappresenterà l’Italia nella corsa agli Oscar, preceduta da un videomessaggio di Pietro Bartolo, mitico medico condotto di Lampedusa che ha voluto spiegare ai presenti il significato dell’azione di cura e accoglienza dei migranti che arrivano sui barconi nella sua isola.
Un viaggio, quello dello Sciabaca Festival, che ha virtualmente portato gli spettatori in giro per tutto il Mediterraneo a confrontarsi con la sua pluralità culturale, con le problematiche dell’immigrazione e dell’accoglienza, ma anche ad indagare nella complessità identitaria della Calabria e nella sua storia.