Qualche volta lo Stretto di Messina può trasformarsi, nelle terse mattine d’estate o dopo una leggera pioggia primaverile, in un semovente scenario fantastico, sospeso tra l’acqua e l’aria, che da Reggio Calabria si vede affiorare dalle acque.
Una meravigliosa città dalle linee irreali, palazzi, giardini, montagne azzurre, torri merlate, colonnati, portici e torri e altre bizzarre architetture, popolate a volte di di mostri e fantastiche figure: è la Fata Morgana, che appare agli umani nella sua inverosimile e rara bellezza.
Per la scienza, la Fata Morgana non è altro che un miraggio, ovvero un fenomeno di rifrazione ottica dovuto alla diversa temperatura e rifrangenza del mare e dell’aria.
La leggenda invece narra che un re barbaro, dopo aver conquistato e devastato con le sue orde tutta la penisola, giunse nei pressi di Reggio ove fu costretto a fermarsi. Non ancora sazio di sangue e bottino, stava osservando l’altra sponda dello Stretto per studiare il modo di arrivarci, quando apparve di fronte a lui una bellissima donna che gli disse: «Quell’isola è mia ed io te la do. Prendila, è a due passi da te».
In quell’istante sull’acqua apparvero, così vicino che poteva quasi toccarli, case, alberi, palazzi, strade di una meravigliosa città. Il re barbaro balzò subito a cavallo, ordinò all’esercito di seguirlo e si lanciò al galoppo verso il mare dove però affogò miseramente, insieme a tutti i suoi soldati.
La bellissima donna era Morgana, regina delle fate, che da allora, ogni tanto rinnova il prodigio compiuto per salvare l’isola, un po’ per vanità e un po’ per ricordare a tutti che ciò che appare a volte è bellissimo ma anche pericoloso.
Annamaria Persico