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15 settembre 2017

News

Cantiere Calabria: svolti gli incontri su Agroalimentare, Sicurezza del territorio e Ambiente


Sull’eccellenza dell’agroalimentare si è sviluppato il primo degli appuntamenti tematici di Cantiere Calabria, introdotto dal presidente della Regione Mario Oliverio, alla presenza del ministro delle politiche agricole Maurizio Martina.

Sono intervenuti all’iniziativa, coordinata dal giornalista Vinicio Leonetti, che si è svolta nell’aula Caldora dell’università della Calabria, i consiglieri regionali Mauro D’Acri, delegato all’agricoltura, e Giuseppe Giudiceandrea, il vicepresidente di Confagricoltura Nicola Cilento, il segretario generale Fai Cisl Luigi Sbarra, Camillo Nola di Alleanza cooperative dell’agroalimentare, il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo, il presidente nazionale della Confederazione italiana agricoltori (Cia) Dino Scanavino, il deputato Nicodemo Oliverio, il presidente della Confederazione produttori agricoli (Copagri) Francesco Verrascina, Franco Laratta per Ismea.

«L’agroalimentare è il settore portante dell’economia calabrese». Così ha esordito il presidente Oliverio dopo aver ringraziato il ministro Martina «per aver dedicato in questi anni una particolare attenzione e vicinanza alla Calabria».

«Il settore dell’agroalimentare», ha proseguito Oliverio, «ha contribuito a fronteggiare la crisi profonda degli ultimi anni. In questi mesi, con la guida del ministro, nel quadro della riqualificazione sul mercato internazionale delle produzioni agroalimentari, abbiamo posto nelle nostre strategie come settore centrale e trainante per l’economia proprio l’agroalimentare e il turismo e, in questo senso, abbiamo investito risorse importanti. Non è un caso che abbiamo voluto aprire i lavori di Cantiere Calabria proprio parlando di agroalimentare, un settore nel quale contiamo 32000 imprese con partita iva, 145 mila inclusi stagionali di cui, secondo i dati ufficiali Inps, il 10% a tempo indeterminato».

L’agroalimentare è il comparto che rappresenta il 9% dell’occupazione regionale mentre in Italia raggiunge il 3,4% e a livello comunitario 4,7%. Il valore aggiunto raggiunge il 4,12% del settore agroalimentare a fronte dell’1,96 sul piano nazionale. L’industria alimentare calabrese è il primo settore nel comparto manifatturiero con un valore aggiunto del 23% del totale e la quota di popolazione che risiede nelle aree rurali rappresenta il 45,5% del totale.

«Stiamo lavorando», ha aggiunto Oliverio «in sinergia con le organizzazioni agricole, per definire una strategia sul problema dell’acqua attraverso lo sblocco di alcune grandi opere e il collaudo di alcune dighe. Stiamo ragionando su alcune sistemi per affrontare il problema dei cambiamenti climatici che non riguardano solo un periodo e solo la nostra regione. Per tutto questo è necessario assumere strumenti di prospettiva sia sul versante dell’accumulo della risorsa idrica che su quello della distribuzione.

«I bandi del Psr sono in fase di espletamento e anche qui abbiamo scelto di privilegiare progetti di imprenditori agricole e coltivatori a titolo principale digitalizzato e dematerializzando tutto il sistema. È di oggi la notizia che l’export è aumentato dell’8.9% e il settore agroalimentare ha la maggiore incidenza. Questo è il segno che la Calabria sta recuperando notevolmente i ritardi accumulati. Naturalmente ci sono ancora una serie di problemi da affrontare che riguardano, ad esempio, le filiere. Su queste vogliamo investire e fare molto di più. L’agricoltura cresce se cresce una cultura della legalità, una cultura dei diritti. E il mondo agricolo può dare un grande contributo».

«Mi sento molto a casa», così ha esordito il ministro Martina nel concludere la prima delle tavole rotonde previste nella tre giorni di Cantiere Calabria.

«Mi sento a casa», ha continuato, «perché la parola cantiere per un bergamasco è come stare in un salotto. E faccio, quando serve, anche il capo cantiere. Mi sembra molto importante che arrivi dal presidente e dall’Amministrazione regionale che lui presiede un rendiconto sui fatti. Mettere sul tavolo in modo aperto e trasparente quello che è stato fatto, ma anche le difficoltà e gli sforzi compiuti, è un senso, molto apprezzabile, di assunzione di responsabilità.

«Non ho difficoltà a dire che ci sono ancora molte cose su cui bisogna lavorare come, ad esempio, la velocizzazione nei pagamenti che, con grande fatica e grande serietà stiamo cercando di risolvere. Il lavoro non è concluso. Abbiamo trovato un mostro giuridico con un misto tra pubblico e privato. Ci sono problemi di fondo che stiamo cerando di definire con un nuovo impianto legislativo che aiuti a costruire un modello semplice, tenendo anche conto che quando discutiamo di modello agricolo abbiamo sistemi differenti da Regioni a Regioni. Bisogna allora che ci sia una unità di intenti forte per superare questo incrocio di livelli tra organismi di pagamento regionali e nazionale.

«Bisogna lavorare sul livello di interazione tra Stato e Regioni. Per me è molto importante impegnarsi su tutto il menù che qui è stato rappresentato: etichettatura, filiera. Io ci sto ad arrivare fino in fondo. Io devo fare di più. Voi dovete organizzarvi meglio. Dovete organizzare meglio il cantiere. Su tutta la partita agrumicola dobbiamo unirci con un’operazione triennale da inserire nella prossima legge di bilancio, partendo anche dall’esperienza positiva della premialità nei contratti di filiera del grano.

«L’incrocio tra neve e siccità è stato incredibile. Non dobbiamo mollare il tema della assicurazioni lavorando anche sul versante dei sistemi idrici. La Calabria può fare la differenza. Tutti i progetti cantierabili possono entrare nel sistema di investimenti pubblici del Governo puntando su un grande tema da sviluppare: l’accesso al credito e alla terra».

Alla sicurezza del territorio è stato dedicato il terzo appuntamento di Cantiere Calabria, con la tavola rotonda su Calabria sicura: riqualificazione e messa in sicurezza del territorio. Numerosi e autorevoli gli interventi, tra i quali quelli del dirigente regionale Giuseppe Iiritano, di Giuseppe Barbaro, docente di Idraulica all’Università Mediterranea, del deputato Franco Bruno e del presidente della Provincia di Catanzaro Enzo Bruno.

L’assessore al ramo Francesco Russo, dopo aver dimostrato quanto sia vera la descrizione che Giustino Fortunato fece della Calabria definendola uno sfasciume pendulo sul mare, ha citato quanti terremoti distruttivi, nel tempo, si siano verificati nella nostra regione, a partire dal 1188, nella valle del Crati, fino a quello del 1783 con trentamila morti e quello del 1908, tra Reggio e Messina, con oltre novantamila vittime.

L’assessore ha, quindi, parlato delle scelte fatte dalla Regione per la messa in sicurezza del nostro territorio, prevedendo solo interventi di adeguamento antisismico, annullando quelli di semplice miglioramento.

«Si è eliminata», ha detto Russo, «la prassi di duplicazione di procedure, moltiplicazione di iter di finanziamento a vantaggio dello scorrimento di un’unica graduatoria regionale e si è passati alla concentrazione dei programmi di spesa precedentemente articolati in una molteplicità di finanziamenti e procedure».

Russo si è soffermato sull’arricchimento del patrimonio conoscitivo per l’attività di programmazione nell’ambito del rischio sismico ed idrogeologico, della microzonazione sismica e dei contesti territoriali e dell’anagrafe edilizia scolastica. A tal proposito ha evidenziato che sono ben 2408 gli edifici, di cui 1909 inseriti in anagrafe. Anche qui un risultato eccellente, se si pensa che nel 2015 solo cinquanta erano gli edifici inseriti, passando, così, dal 2% al 79%.

L’assessore alla logistica ha illustrato anche i programmi degli interventi strutturali sugli edifici strategici che prevedono bandi per circa centoquindici milioni di euro, mentre i bandi per gli interventi sugli edifici scolastici prevedono 357 interventi per un ammontare di circa centotrentasette milioni. Russo, nel concludere, ha fatto il punto sullo stato di attuazione degli interventi per la riduzione del rischio frane ed alluvioni e degli interventi di difesa dal rischio di erosione costiera.

«Uno dei tasselli del puzzle lo abbiamo messo a posto: la Calabria, solo a dicembre del 2014 era seppellita dai rifiuti, ora possiamo dire che è una regione pulita, prima in Italia per crescita di differenziata con il 40 % di raccolta». Lo ha detto il Presidente Oliverio durante il terzo incontro di Cantiere Calabria dedocato all’ambiente.

Alla presenza di istituzioni regionali, Anci, Cgil, mondo delle imprese, Legambiente e Conai, ha preso il via una lunga disamina sulla situazione dei rifiuti in Calabria e sono stati rappresentati gli importanti risultati raggiunti. A coordinare i lavori il consigliere regionale Arturo Bova che ha raccontato il proficuo processo di gestione che ha condotto all’approvazione in Consiglio regionale del Piano dei Rifiuti, atteso da quasi 10 anni. Ma ha anche sottolineato il dramma delle precedenti gestioni commisariali in materia di rifiuti in grado solo di sperperare circa un miliardo e 200 milioni di euro senza produrre risultati.

Il dirigente generale regionale all’Ambiente Orsola Reillo ha spiegato i pilastri della nuova visione in materia di rifiuti: nuovo piano dei rifiuti, rilancio della raccolta differenziata, riduzione dei rifiuti da trattare, completamento impiantistico e riordino del settore. Innanzitutto il nuovo Piano, atteso da 9 anni, approvato dalla commissione europea nel 2016. Un piano che comprende azioni di prevenzione nella produzione dei rifiuti in eccesso, una raccolta differenziata spinta, ammodernamento impiantistico e soprattutto il piano amianto che non era stato mai redatto dalla regione.

Da record i risultati in termini di raccolta di differenziata. «Siamo passati dal 2014 con una quota del 18% al 2015 con il 25%, al 2016 al 35%, fino al 2017 con il raggiungimento del 40%».

«Siamo con orgoglio la Regione che è cresciuta di più in questo campo», ha detto Francesco Martino, progettista Sistema impiantistico regionale dei rifiuti, «che ha anche ricordato i tempi record di approvazione del Piano regionale dalla Commissione Europea, appena un mese, contro, solo per fare un esempio, i 5 anni impiegati dalla Regione Lazio.

«Il sistema, a regime», ha proseguito Martino, «prevede il completamento impiantistico, 9 ecodistretti, tra cui 4 già esistenti e gli altri in via di rapida realizzazione, a impatto ambientale zero, in grado di realizzare, cosa fondamentale, il riciclo dei materiali e abbattere di molto i costi legati ai trasporti. Il tutto con risorse già disponibili, 331 mlioni, derivanti da Patto Calabria, Cipe, Por, Apq tutela ambientale».

Il dirigente Reillo ha poi spiegato l’obiettivo finale del Piano rifiuti: la costruzione di autogoverno delle Ato, fondamentale per la massimizzazione dei costi. «Con la governance delle Ato si affidano le competenze di trattamento, raccolta e trasporto ai territori. Il riordino prevede 3 Ato già costituite e 2 in via di definizione a Reggio Calabria e a Cosenza. Il nuovo sistema che sta prendendo corpo sarà decisivo nella svolta del settore».

Il presidente di Legambiente Calabria Francesco Falcone ha elogiato il lavoro svolto dalla Regione in questo settore, da sempre spina nel fianco della Calabria e l’ottimo lavoro del dipartimento Ambiente, ma ha anche sottolineato il fallimento della gestione del commissario di governo con oltre un miliardo di spreco di denaro pubblico. «Il piano è solo il punto di partenza», ha detto, «bisogna puntare sempre più sulle azioni di prevenzione nella produzione dei rifiuti».

La Cgil, rappresentata dal dirigente regionale Daniele Carchidi ha messo in rilievo il proficuo lavoro di concertazione che ha prodotto la realizzazione del Piano dei rifiuti. «Non c’era mai stato nessun confronto con i commissari straordinari nel passato. Ora c’è una posizione diversa da parte della Regione a cui chiedo però di sostenere sempre più questo comparto, a partire dalla realizzazione di un’anagrafe dei lavoratori del settore. Si può e si deve pensare di fare crescere questo settore soprattutto in termini di posti di lavoro».

Gianluca Callipo, nella veste di presidente di Anci giovani e di sindaco di Pizzo ha invece posto l’accento sulle fragilità economiche e strutturali dei Comuni, veri protagonisti di questo miracolo sui rifiuti in Calabria.

In conclusione dei lavori sono intervenuti Nicodemo Podella, presidente regionale Cia, il sindaco di Zagarise Gallelli e l’imprenditore Pellegrino di Calabria Maceri, società nel settore della gestione dei rifiuti, che ha ringraziato Oliverio per il concreto sostegno al settore e soprattutto alle imprese.


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