Le cimici cinesi e gli altri parassiti «alieni», dalla Xylella degli ulivi al cinipide galligeno che ha decimato le castagne, dal punteruolo rosso che ha fatto strage di decine di migliaia di palme alla Tristeza degli agrumi, che si sono accaniti sulle produzioni nazionali hanno provocato all’agricoltura danni per un miliardo di euro.
E’ quanto stima la Coldiretti nel segnalare che la biblica invasione nel Nord Italia della cimice marmorata asiatica (il nome scientifico è Halyomorpha halys, ed è un insetto originario dall`Asia orientale, in particolare da Taiwan, Cina, Giappone) non è che l’ultimo assalto di un folto stuolo di parassiti che a più riprese, a seguito dei drammatici effetti dei cambiamenti climatici ma anche della globalizzazione degli scambi, colpiscono le coltivazioni orticole, frutticole, i vigneti e gli oliveti del Bel Paese.
La prima segnalazione – sottolinea la Coldiretti – si è avuta in Emilia Romagna nel 2012, ma quest’anno la situazione è drammatica soprattutto nel Nord Est, tra Friuli e Veneto, anche se non mancano riscontri in altre regioni, dalla Lombardia al Piemonte.
L’arrivo in Italia della cimice è particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all`anno con 300-400 esemplari alla volta. A favorirne la diffusione è stato un autunno particolarmente caldo con la moltiplicazione degli esemplari che non hanno in Italia antagonisti naturali.
Un problema che – continua la Coldiretti – rende molto difficile la lotta all’insetto che da adulto è in grado di volare per lunghe distanze alla ricerca del cibo e sverna come adulto in edifici o in cassette e anfratti riparati per poi raggiungere in primavera le piante per alimentarsi, accoppiarsi e deporre le uova. La cimice cinese – spiega la Coldiretti – è un insetto polifago che attacca la frutticoltura (melo, pero, ciliegio, pesco, susino, mandorlo, nespolo, sorbo, albicocco), l’orticoltura (pomodori e peperoni) ma anche le grandi coltivazioni come soia e mais.
Un problema che – precisa la Coldiretti – rende molto difficile la lotta all’insetto che da adulto è in grado di volare per lunghe distanze alla ricerca del cibo e sverna come adulto in edifici o in cassette e anfratti riparati per poi raggiungere n primavera le piante per alimentarsi, accoppiarsi e deporre le uova. La lotta in campagna per ora può dunque avvenire solo attraverso protezioni fisiche come le reti anti insetti a protezione delle colture perché non è possibile importare insetti antagonisti dalla Cina per motivi sanitari.
Se le cimici provocano vere stragi delle coltivazioni, per l’uomo, oltre al fastidio provocato dagli sciami che si posano su porte, mura delle case e parabrezza delle auto, l’unico pericolo è quello di restare vittima del cattivo odore che gli insetti emanano se schiacciati.