Dopo la proiezione del 3 gennaio del film “C’era una volta in Italia – Giacarta sta arrivando” presso “La casa della musica” di Lungro, in cui vengono messe a nudo le cause e le responsabilità del declino del sistema sanitario nazionale, abbiamo continuato a chiederci cosa si potesse fare, quali potessero essere i bisogni del nostro distretto sanitario, quali fossero le azioni che avrebbero potuto migliorare il funzionamento della medicina nel nostro territorio.
Purtroppo la regionalizzazione e l’aziendalizzazione della sanità pubblica sono i due fattori primari del declino di quest’ultima, difatti il tentativo “assurdo” di gestire le unità sanitarie locali come vere e proprie aziende in cui l’unico obiettivo è far quadrare i conti ha fatto sì che i rami del sistema con meno entrate venissero chiusi e/o delegati al privato, specialista nel puntare ai soli ambiti lucrosi.
La regione spende cifre abnormi, ogni anno, per la sanità privata convenzionata; parliamo di strutture che si occupano degli interventi più profittevoli che lasciano al pubblico le pratiche “svantaggiose” come il pronto soccorso, la terapia intensiva e tutta quella serie di analisi strumentali meno redditizie. Come se non bastasse, le inefficienze e la preminenza del privato su determinate prestazioni finiscono col minare il diritto alla salute dei cittadini delle classi meno abbienti, i quali spesso non possono permettersi tali prestazioni dovendo, così, adattarsi ai tempi biblici del servizio pubblico, con tutte le conseguenze che ne derivano, dall’aggravamento delle patologie al ritardo nelle diagnosi.
Dal momento in cui il sistema sanitario non ha ruotato più intorno al raggiungimento e al mantenimento del benessere della persona bensì si sono dati ad esso obiettivi economici, dovendo rientrare nei tagli ai fondi che si sono susseguiti negli ultimi decenni, la qualità delle prestazioni si è inevitabilmente inabissata in una delirante applicazione del concetto darwiniano di sopravvivenza del più forte e allontanandosi dal concetto iniziale di servizio sanitario pubblico che poneva la sanità come bene universalmente fruibile.