«Far passare per pasta italiana quella ottenuta con farine di grano straniero offende l’intelligenza dei consumatori e vanifica gli sforzi profusi da tutte le organizzazioni agricole a sostegno delle produzioni nazionali». Così la Cia-Agricoltori Italiani sulle dichiarazioni rilasciate dal presidente di Italmopa, Ivano Vacondio.
Nella stessa intervista, il numero uno dell’Associazione industriali mugnai d’Italia parla dell’obbligo di importare grano estero per coprire il fabbisogno del settore e poi di farine «100% Made in Italy».
«E’ ovvio», osserva la Cia «che qualcosa non torna. Ma in questo modo si danneggiano i cittadini, presi in giro da un’informazione davvero poco trasparente, e si colpiscono ancora una volta i nostri produttori di grano che devono competere con un forte import dai paesi stranieri mentre continuano a lottare con prezzi sui campi non remunerativi.
«Basta pensare a quanto successo quest’estate, quando gli agricoltori sono stati oggetto di una speculazione senza precedenti, con il grano duro pagato 18 euro al quintale (il prezzo di 25 anni fa), largamente al di sotto dei costi produttivi, e con perdite fino al 50% sulla campagna precedente».