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9 novembre 2018

News

Comitato Malati Cronici del Lametino: «Approvate le linee guida del ministero alle Regioni per accesso al Pronto Soccorso. Attesa ridotta (sulla carta) ma prima servono fondi e personale»


La priorità è snellire, velocizzare. E la sfida è di quelle quasi insormontabili visto che, quando si tratta di attesa al Pronto soccorso, i tempi sono a dir poco biblici: due ore in media per un codice giallo (cioè un caso considerato critico nell’attuale graduatoria nazionale), calcolate da uno studio del Tribunale per i diritti del malato, addirittura una settimana per un ricovero.

Lì, dove l’assistenza dovrebbe essere invece immediata e gli errori ridotti al minimo. Ecco allora la necessità di cambiare, annunciata già prima dell’estate come imminente, e che in queste ore torna alla ribalta vista la trasmissione, attesa a giorni, delle nuove linee guida approvate dal ministero della Salute alla Conferenza Stato-Regioni.

Ma cosa cambia, o dovrebbe cambiare, per rendere i Pronto soccorso più efficienti e operativi? Le regole di accesso, prima di tutto. Che in termini tecnici vengono definite come codici di triage. Oggi, li conosciamo tutti, sono suddivisi in base a una scala di colori: dal codice bianco (prestazione non urgente) al codice verde (differibile) fino al giallo (mediamente critica) e al rosso (molto critica).

La riforma pronta per approdare negli ospedali passerà invece a dei codici numerici che vanno da 1 a 5 con l’ obiettivo, in particolare, di spacchettare in due gradi di urgenza (il 2 e il 3) l’ attuale codice giallo: uno relativo al paziente più a rischio, il quale dovrebbe essere d’ora in poi monitorato in modo più attento, l’altro relativo invece a chi è stabile e non rischia uno scompenso.

Un doppio codice per la media gravità, insomma, che permetta agli operatori del coordinamento tecnico della Commissione Salute delle Regioni, che ha seguito la genesi del piano, di “stratificare” meglio le persone in attesa. A cui si aggiunge l’ ambizione di un tempo massimo previsto per ogni grado di urgenza: accesso immediato per i codici 1, 15 minuti per i 2, un’ora per i 3, 2 ore per i 4 e massimo 3 per i 5.

Altre novità anticipate, il ruolo di monitoraggio del personale infermieristico (che dovrebbe essere chiamato a un controllo dei casi meno urgenti, come già avviene per esempio in Veneto ed Emilia Romagna), display informativi sui tempi di attesa e punti di osservazione intensiva (anche queste, a dire il vero, misure già adottate sul territorio a partire da Lombardia e Piemonte).

C’è poi un allegato dedicato alle situazioni di iperafflusso: «Un pronto soccorso può avere problemi di tre tipi: arriva troppa gente, ha difficoltà a smistare i pazienti al suo interno, oppure ha difficoltà a farli uscire, mandarli nei reparti e ricoverarli. Il documento del ministero precisa meglio la catena di operazioni da mettere in atto per gestire queste situazioni e prevede delle specifiche attivazioni di risorse interne.
Giuseppe Gigliotti
presidente Comitato Malati Cronici del Lametino


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