Il presidio ospedaliero di Soveria Mannelli
21 gennaio 2019
Il presidio ospedaliero di Soveria Mannelli

News Lamezia e lametino

Comitato Pro Ospedale del Reventino: «Da oggi i nostri interlocutori saranno solo di natura politica, pronta lettera al ministro Grillo»


Cambiano i Direttori Generali, ma qui non cambia nulla. Con loro abbiamo avuto decine di incontri, sempre lastricati di buone intenzioni e null’altro. Non chiederemo ulteriori udienze a chicchessia sarà nominato, perché sappiamo che sarebbe un’ulteriore perdita di tempo, almeno finché saranno una diretta determinazione della vecchia logica politica che li autodetermina.

Da oggi i nostri interlocutori saranno solo di natura politica. Assessori, in via normale, Commissari in via straordinaria e asset ministeriale. Pertanto stiamo preparando una lettera da inviare al ministero della sanità, già per/e in sommi capi inoltrata a Giuseppe D’Ippolito (M5S) e per conoscenza al “direttivo organizzativo” del Movimento Regionale. A far traboccare il vaso la distanza degli interessi che quotidianamente subisce l’ospedale da parte della Direzione Generale dell’Asp e della Medicina Territoriale.

Interessi vergati su tutti i decreti commissariali sulla riorganizzazione della Rete Ospedaliera Regionale, sulle prerogative degli “ospedali di quarta fascia, o di montagna”. Salta sistematicamente ogni indirizzo: non funziona l’oncologia, inaugurata alla presenza di autorità civili/religiose/militari. Non funziona il Day Surgery, (saltuariamente viene effettuato qualche venerdì); non esistono i 20 posti di lungodegenza e i 20 di riabilitazione.

Non funziona nulla di sabato, nemmeno l’ufficio ticket è aperto. Non c’è pace al pronto soccorso, che deve fare i conti con una precarietà di medici impressionante. Non c’è attenzione sui servizi che allo stato vengono erogati a singhiozzo e “volutamente” a questo punto sottostimati: pediatria – gastroenterologia – radiologia – fisiatria – sala gessi, restando a quelli ospedalieri. Mentre naviga a vista la medicina territoriale, priva di strumenti e specialistiche, che mancano come l’aria. Non c’è più l’ostetrica, ne l’ecografo ad essa assegnato, che pone l’utenza a migrare sul privato. Non c’è il dermatologo. L’otorino non può contare sull’audiometro e sul rinofibroscopio (strumenti non costosissimi) peraltro presenti il “lochi” dove sono meno utilizzati.

Insomma di carne al fuoco ce n’é. Abbiamo dati sugli accessi e sulle prestazioni che si autolimitano esclusivamente per cattiva gestione. Non ci interessa più la solita cantilena del: non ci sono risorse. Perché in molti casi ci sono e vengono usate in modo sperequativo e ne abbiamo le prove. Una mole di osservazioni che lunedì invieremo al ministro in modo dettagliato. Perché questa struttura se meglio organizzata – e basta poco – per quello che potrebbe concernegli potrebbe sviluppare un trend positivo, solo ed esclusivamente con quello che dagli stessi commissari é stato ipotizzato da 10 anni. Se é mancato qualcosa, lo sanno solo i Direttori Generali che fin qui si sono alternati, e che hanno risposto a chi lí, li ha posti.
Antonio Maida
presidente del Comitato Pro Ospedale del Reventino


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