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31 luglio 2016

News

Confagricoltura: «Importiamo il grano dall’estero mentre il prodotto made in Italy è svenduto nell’area del Mediterraneo»


«Il prezzo del grano è sceso ai livelli di trent’anni fa e solo nell’ultimo anno si è praticamente dimezzato. In più la beffa di trovarci nella situazione che il prodotto nazionale è pagato meno di quello importato, che aumenta sempre di più (+54% in quantità negli ultimi tre anni). E mentre giunge il grano straniero, quello made in Italy viene esportato a basso prezzo nell’area del Mediterraneo».

Lo sottolinea Confagricoltura che, in molte aree vocate alla cerealicoltura, ha promosso manifestazioni, sit-in, iniziative di sensibilizzazione, per «richiamare l’attenzione su un comparto altamente strategico che si trova in una situazione insostenibile».

«Bisogna affrontare un momento di emergenza, con le aziende agricole che subiscono entrate inferiori ai costi, aggravato dalle speculazioni e dalla carenza di adeguati centri di stoccaggio. Allo stesso tempo occorre intervenire per dare certezze, senza le quali non si può impostare la programmazione produttiva».

Ad avviso di Confagricoltura «attraverso il Piano cerealicolo si dovrà intervenire prevedendo: strumenti innovativi finalizzati alla trasparenza delle quotazioni e delle contrattazioni; investimenti nell’ammodernamento delle strutture di stoccaggio per qualificare il grano made in Italy; accertamento delle giacenze (rendendo obbligatoria la comunicazione annuale delle scorte al ministero delle Politiche agricole entro il 31 maggio); monitoraggio delle importazioni e dei flussi di cereali all’interno dell’Ue; verifica delle superfici coltivate e della produzione potenziale traendo i dati dai fascicoli aziendali».

Confagricoltura sollecita infine che «il Piano cerealicolo intervenga per responsabilizzare la filiera ad una più equa ripartizione della redditività e ad operare unita per valorizzare e premiare il “sistema Italia”; con un impegno comune che contrasti ogni forma di speculazione. Servono poi controlli adeguati alle frontiere sul prodotto importato che deve rispettare condizioni di reciprocità con quello nazionale (qualità, caratteristiche, salubrità)».


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