“L’asimmetria, in ordine ai poteri e alla potenziale comunicativa, di un Presidente del Consiglio rispetto a un deputato in carica rende ancor più necessario -scrive Conte nella missiva- il Suo intervento per ristabilire e compensare le gravissime ed infondate offese che mi sono state arrecate. Per i motivi summenzionati Le chiedo, pertanto, ai sensi dell’articolo 58 del Regolamento della Camera, di nominare una commissione che giudichi la fondatezza delle gravi accuse a me rivolte, palesemente e dolosamente prive di qualsivoglia fondamento fattuale, temporale, politico e costituzionale”.
Per Conte, le parole di Meloni in Aula “non solo” hanno “prodotto effetti lesivi della mia personale onorabilità”, ma sono “suscettibili di produrre un’alterazione della fisiologica dialettica dei rapporti tra Governo e Parlamento, con diretto impatto sull’assetto istituzionale del nostro ordinamento democratico e costituzionale”. “La sequela di accusa che mi sono state rivolte – scrive ancora il leader M5S, che nella missiva riporta diversi virgolettati della premier in Aula – è davvero impressionante”, tanto da essere per Conte “ben oltre la normale dialettica parlamentare”.
Meloni, rimarca l’ex premier, “mi ha rivolto, nella sostanza, l’accusa di aver agito in modo fraudolento, al di fuori del mandato parlamentare: è la più grave accusa che mi si possa muovere rispetto alla vicenda in esame, dia dal punto di vista politiche che da un punto di vista istituzionale e costituzionale”.
“Ad aggravare la condotta” della premier, per Conte, “è il fatto che queste affermazioni sono state rilasciate in un momento istituzionale di particolare rilievo: durante le comunicazioni che il Presidente del Consiglio in carica offre in Aula, alla Camera dei deputati, alla vigilia di un Consiglio europeo che contemplava all’ordine del giorno questioni molto serie e complesse, che non comprendevano affatto la questione del Mes”. Dietro l’operazione, denuncia il presidente pentastellato nella lettera inviata a Fontana, “la deliberata intenzione di disonorare il sottoscritto”.