Dobbiamo imparare a guardare la città dal di dentro delle sue periferie e dei quartieri, solo così possiamo accorgerci delle criticità che ci sono in essa e con le quali i cittadini convivono ogni giorno.
Spesso le periferie sono sinonimo di degrado urbano, con aree verdi trascurate, disagio giovanile, famiglie povere, servizi fatiscenti, comunità e culture straniere; spesso le vediamo trasformarsi in spazi svuotati, costellate da solitudini e conflitti, con pochi servizi sociali e culturali, con strade impercorribili e senza segnaletica.
Una situazione di sofferenza che si vive anche nella nostra città di Lamezia, dove sono in crescita diverse «periferie sociali» fatte di povertà, marginalità e convivenza con immigrati.
Aree che, come i quartieri di Bella, San Teodoro, via Belvedere, piazza Mercato Vecchio, Bucolia, Sant’Eufemia, San Pietro Lametino ed altre ancora, si trovano purtroppo senza una adeguata progettualità di integrazione e senza dispositivi di coesione sociale e culturale, aree che rischiano di trasformarsi in zone emarginate, dove i cittadini vivono condizioni di disagio ed insicurezza.
Tanti altri invece sono i contesti urbani e periferici danneggiati da discariche abusive, cumuli di spazzatura ai lati delle strade, rifiuti dannosi per la salute dei cittadini, sterpaglie e randagismo.
Per questo c’è bisogno da parte di questa amministrazione di una progettualità nuova, che sappia tutelare e valorizzare queste aree urbane, che manifestano ormai da tempo immemorabile evidenti criticità e dalle quali arrivano domande di aiuto, che parlano di un disagio sia sotto il profilo urbanistico che culturale, interrogativi che documentano un vissuto quotidiano problematico dove spesso la socialità e la sicurezza sono ridotti ai minimi termini.
Non possiamo lasciare queste zone al proprio destino, bisogna intervenire con urgenza e competenza, convinti che esse possono diventare linfa vitale per la città stessa.
Ma per fare ciò, significa svolgere e stratificare operazioni diverse e puntuali, come la riformulazione dello spazio urbano, di quello sociale e culturale; sono tanti gli spazi vuoti e anonimi, privi di verde o di luoghi in cui incontrarsi; pochi sono anche gli spazi in cui ci si riconosce e in cui ci si può identificare.
Dobbiamo superare gli ostacoli e le varie forme di degrado in cui sono costretti a vivere molti individui e famiglie, spesso lasciati alla mercede di situazioni che tante volte degenerano in atti di inciviltà ed illegalità, che privano il cittadino della propria dignità, rassegnato all’idea di non essere parte integrante di quel disegno comunale che dovrebbe essere, forse utopisticamente, uguale per tutti.
E’ dunque necessario realizzare quel cambiamento dal basso per produrre una fase rigenerativa delle periferie, capace di sostenere nel modo più dinamico ed efficace un nuovo protagonismo economico, civile e ambientale di queste aree della città; un patto sociale nel quale ridefinire il ruolo di tutti gli attori, pubblici e privati, e le strategie di intervento.
Da parte nostra c’è tutta la disponibilità collaborativa e funzionale a costruire un percorso fatto di idee, prospettive e prassi finalizzato alla rinascita ed alla riqualificazione di queste aree urbane.
Davide Mastroianni e Vincenzo Cutrì
Consiglieri comunali