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25 marzo 2018

News

Danni da campi elettromagnetici: dopo lo studio dell’Istituto Ramazzini, Adusbef chiede tutela per i cittadini


Un recentissimo studio (2018) dell’Istituto Ramazzini di Bologna ha riscontrato, sul solco del National Institute of Environmental Health Sciences (NIEHS) degli USA, l’insorgenza di tumori rari nelle cellule nervose dei topi da laboratorio se esposti a radiazioni GSM da 1.8 GHz (quelle delle antenne della telefonia mobile) per 19 ore al giorno, dalla vita prenatale (cioè durante la gravidanza delle loro madri) fino alla morte spontanea.

«Un tale approdo scientifico non può lasciare Adusbef indifferente alla tutela del diritto alla salute dei cittadini italiani», dichiara il presidente dell’Associazione Antonio Tanza.

Le conclusioni di questo studio, non solo hanno confermato gli esiti del National Toxicologic Program (USA) e del National Institute of Environmental Health Sciences (NIEHS) degli USA, che adotta parametri meno stringenti, ma rivela aumenti statisticamente significativi nell’incidenza di talune tipologie rare di tumori maligni, circostanza questa che ha indotto lo stesso Istituto a consigliare che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) proceda a rivedere la classificazione delle radiofrequenze, finora ritenute possibili cancerogeni, per definirle probabili cancerogeni.

Leggendo un studio internazionale, dello IARC (International Agency For Research on Cancer), sarebbe emerso che la soglia sopra la quale sono state trovate associazioni significative tra l’uso di telefoni mobili cellulari o cordless con la comparsa di un tipo di tumore sembrerebbe essere di circa 1640 ore di utilizzo, che possono diminuire nel caso di uso dei predetti supporti in aree con scarsa copertura di segnale.

Considerato l’uso massivo di telefonini cellulari e cordless che nella società moderna viene pubblicizzato, incentivato e consentito; considerato che secondo le normali e più elementari regole di prudenza e secondo il consolidato principio di precauzione dovrebbe essere onere delle istituzioni pubbliche e dei produttori di apparecchiature elettroniche agire quanto meno con la diligenza del buon padre di famiglia, Adusbef si sente in obbligo di consigliare i cittadini e soci di fare un uso prudente degli strumenti in grado di emettere onde elettromagnetiche, specie in presenza di minori.

Sentenze del Tribunale di Ivrea e Firenze, la Corte di Appello di Brescia e la stessa Corte di Cassazione (con Sentenza 3 – 12 ottobre 2012, n. 17438), hanno già riconosciuto come possibile e, dunque, esistente il nesso causale tra esposizione prolungata a campi elettromagnetici e l’insorgenza di talune forme di neoplasie.

Adusbef invita, pertanto, i cittadini italiani a scaricare il modulo predisposto (http://www.adusbef.it/Consultazione.asp?id=10151) ed a segnalare tutti i casi in cui, ricorrendo i presupposti medico-legali, siate stati danneggiati da tali fenomeni ed a conservare spenti e ben custoditi, magari anche per un futuro utilizzo probatorio, tutti gli apparecchi elettromagnetici che avete usato.


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