Dazi, effetto Trump spinge in alto prezzi delle Barbie: la decisione della Mattel
6 maggio 2025

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Dazi, effetto Trump spinge in alto prezzi delle Barbie: la decisione della Mattel


Meno Barbie (e più costose) per le bambine americane: è uno degli effetti collaterali dei dazi contro la Cina che hanno costretto Mattel, il colosso statunitense di giocattoli, a sospendere le sue previsioni finanziarie per l’intero anno a causa dei drastici aumenti in dogana e ad annunciare aumenti dei prezzi di alcuni prodotti.

Gli Usa al momento rappresentano circa la metà delle vendite globali del gruppo: di questi il 20% è rappresentato da prodotti in arrivo dalla Cina, fra cui appunto le celebri bambole. “Il volatile contesto macroeconomico e l’evoluzione del panorama tariffario statunitense” rendono “difficile prevedere la spesa dei consumatori e le vendite di Mattel negli Stati Uniti per il resto dell’anno e durante le festività natalizie”, ha dichiarato il presidente e Ceo di Mattel, Ynon Kreiz, durante la conference call sui risultati del primo trimestre dell’azienda.

Per compensare i maggiori costi legati agli elevati dazi doganali, l’azienda con sede in California ha definito “necessari” gli aumenti dei prezzi sui giocattoli. Mattel sottolinea di sostenere l’industria del giocattolo nelle pressioni per l’azzeramento dei dazi sul settore ma ammette la necessità di prepararsi a quello che probabilmente sarà un lungo periodo di dazi elevati sui beni prodotti in Cina e in altre economie.

La Cina rappresenta attualmente il 40% della produzione globale di Mattel che sta apportando modifiche alla propria catena di approvvigionamento per ridurre i prodotti di origine cinese venduti negli Stati Uniti. Ad esempio, sta aumentando la produzione in India del gioco di carte Uno e dirottando il flusso dei prodotti cinesi verso altri clienti internazionali, ha affermato Kreiz. Oltre alla Cina, Mattel importa prodotti come le bambole Barbie e i giocattoli Hot Wheels da Indonesia, Malesia e Thailandia, anche questi paesi colpiti dai dazi reciproci imposti dall’amministrazione Trump all’inizio di aprile, ma al momento sospesi per 90 giorni.

L’industria statunitense dei giocattoli è sempre più preoccupata per l’impatto degli elevati dazi imposti da Washington. Il Paese importa circa l’80% di tutti i suoi giocattoli dalla Cina, secondo i dati della Toy Association.


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