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23 luglio 2020

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DECRETO RILANCIO: ENNESIMA DIMENTICANZA PER LE VITTIME DEL DOVERE E PER GLI EROI DELL’EMERGENZA COVID


Che l’attenzione destinata alle Vittime del Dovere fosse mutevole o, ancora meglio, a tempo, lo sapevamo già,
ma che addirittura si dovesse assistere all’ennesima illusione, nonostante mesi di atroci sofferenze che hanno
coinvolto la nostra Nazione, ciò ci lascia semplicemente basiti.
Alcune voci in questi ultimi giorni osannano i provvedimenti inseriti a favore degli eroi dell’emergenza Covid19
all’interno del Decreto Rilancio ma, alla resa dei conti e soprattutto, alla lettura delle carte, non pare ci sia
molto da gioire.

Come Associazione avevamo diffuso in data 19 marzo un comunicato stampa di sensibilizzazione del Governo
e dell’opinione pubblica sul tema del riconoscimento delle tutele previste per le Vittime del Dovere anche per
il personale sanitario ( medici, infermieri, Oss) e per gli appartenenti alle Forze dell’Ordine e Forze Armate che
durante il servizio in occasione della pandemia sono periti a causa COVID19, in nome del loro alto sacrificio
per la Nazione. Successivamente in data 7 aprile 2020 avevamo fatto pervenire al Presidente del Consiglio,
ai Ministri competenti, nonché al Ministro delle Finanze, proposte emendative alla Legge di conversione del
Decreto Cura Italia (primo strumento legislativo straordinario adottato dall’Esecutivo durante l’emergenza
sanitaria) sia sollecitando provvedimenti della progressiva equiparazione delle Vittime del Dovere a quelle del
Terrorismo, sia proponendo il riconoscimento di status per le Vittime del Covid decedute, in quanto operative
e in prima linea per il Paese. Precisando per quest’ultime, la coerenza e la pertinenza di un tale provvedimento
emendativo già attribuito in passato al personale sanitario, sacrificatosi nell’adempimento della propria
missione, quale esempio delle più alte virtù civiche. Infatti, avevamo ritenuto opportuno presentare un articolo
che semplificasse il riconoscimento per la specifica ipotesi e che prestasse attenzione al reperimento di idonee
risorse finanziarie per garantire un equo ristoro a tutte le Vittime del Dovere. Ovviamente nessuno dei Ministeri
interpellati ha riscontrato alcunché, nonostante gli struggenti discorsi tenuti nell’immediatezza dei fatti in
circostanze pubbliche.
Stessa sorte spetta alla formulazione originaria del Decreto-legge di conversione del Decreto Rilancio dove
nulla era previsto né per il personale sanitario per le Vittime del Dovere.
Non sono mancati i tentativi di inserire degli emendamenti al testo di Legge, per rimediare alla svista, tanto
che in Commissione Bilancio della Camera dei Deputati sono stati presentati ben tre emendamenti.
Il primo volto a includere tra le Vittime del Dovere il personale appartenente alle Forze di Polizia a
ordinamento civile, a ordinamento militare e al corpo nazionale dei vigili del fuoco, deceduti a seguito
di contagio da COVID-19 (Proposta emendativa 23.11, presentata dagli Onorevoli Prisco Emanuele,
Trancassini Paolo, Rampelli Fabio, Lucaselli Ylenja) .
Certo, l’invalidità permanente non viene considerata e l’estensione avrebbe effetto solo per i deceduti, però è
un primo passo pregevole, se si pensa alla difficoltà che potranno incontrare queste persone nell’ottenere lo
status di Vittima in ragione di un’emergenza sanitaria non certo contemplata all’origine dalla norma.
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Come più volte ripetuto gli Operatori delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate potrebbero comunque
rientrare nella normativa senza alcuna modifica alla legge originaria, ma data la tendenza a restringere le
maglie dei riconoscimenti, avrebbe comunque fatto comodo un aiuto.
Il secondo e il terzo emendamento, molto simili tra loro, prevedevano l’Estensione dei benefici previsti
per le vittime del dovere ai medici, agli operatori sanitari agli infermieri, agli operatori socio-sanitari e
agli altri lavoratori di strutture sanitarie e socio-sanitarie deceduti in conseguenza del contagio da
COVID-19 (Proposta emendativa 16.06, presentata dagli Onorevoli Gelmini Mariastella, Russo Paolo,
Prestigiacomo Stefania, Mandelli Andrea, D’Ettore Felice Maurizio, Occhiuto Roberto, Cannizzaro Francesco,
Pella Roberto, D’Attis Mauro nonché proposta emendativa 23.022, presentata dagli Onorevoli Comaroli
Silvana Andreina, Garavaglia Massimo, Bellachioma Giuseppe Ercole, Cattoi Vanessa, Cestari Emanuele,
Frassini Rebecca, Gava Vannia, Tomasi Maura).
Comunque, nel corso dell’ultima seduta della V Commissione Permanente Bilancio, tesoro programmazione
del 2 luglio scorso, è stato espresso parere contrario sul primo emendamento, nonostante fosse stato
accantonato in attesa di una riformulazione da parte del Governo, che pare non essere mai pervenuta.
Invece sono stati approvati gli emendamenti Gelmini 16.06 e Comaroli 23.022 chiedendone però una
riformulazione.
L’attuale articolo 16 bis del Decreto Rilancio prevede l’ Estensione dei benefici di cui all’articolo 1,
comma 2, della legge 23 novembre 1998, n. 407, ai medici, agli operatori sanitari, agli infermieri, agli
operatori socio-sanitari e agli altri lavoratori nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie vittime (sia per decesso
sia per l’invalidità permanente) del contagio da COVID-19.
Appare subito evidente che la portata dell’emendamento originario, oltre a dimenticare il “personale
appartenente alle Forze di Polizia a ordinamento civile, a ordinamento militare e al corpo nazionale dei
Vigili del Fuoco, deceduti a seguito di contagio da COVID-19” ha decisamente ridimensionato la tutela
promessa al personale sanitario.
Infatti, l’articolo 16-bis estende esclusivamente la disciplina specifica sul collocamento obbligatorio prevista
per le Vittime del Dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata.
Questo provvedimento rasenta il ridicolo, se si considerano le nostre recenti lotte affinché tale diritto
risulti fruibile dalle Vittime stesse e la corrispettiva tendenza alla riduzione dell’ambito di applicazione
della norma operata dal Governo.
Il problema è antico, perché il collocamento mirato non funziona:
– La quota di riserva assolutamente risibile pari all’1% è satura e si riferisce non solo alle Vittime
del Dovere, terrorismo e criminalità organizzata, ma anche ai caduti sul lavoro, alle vittime di violenza,
ai testimoni di Giustizia, agli invalidi di guerra e di servizio, in perenne lotta nonostante la drammaticità
delle loro vicende personali
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– la direttiva di ultima emanazione, che avrebbe dovuto finalmente chiarire ogni cosa, dare una
speranza a tanti, è lacunosa e le richieste di precisazioni più volte formulate dalla nostra
Associazione, sembra che non meritino nemmeno un riscontro
– l’interpretazione dell’ANPAL (perché la legge non prevede tale limitazione se non per
l’arruolamento) ha ridotto ancora di più i soggetti che possono usufruirne, escludendo i familiari
degli invalidi e richiedendo l’assoluta inabilità della vittima, come se un ferito congedato con
un’invalidità parziale non veda ridotte drasticamente il proprio reddito
– la redazione di bandi di concorso non prevede in modo specifico le quote di riserva, rimettendo
a futuri provvedimenti il loro conteggio e l’eventuale proposizione di nuove procedure
– la mancata pubblicazione di eventuali scoperture sui siti di riferimento delle pubbliche
amministrazioni rende il principio della trasparenza del tutto fumoso
– la gestione dei Centri per l’impiego è molto discrezionale e determina il “bello e il cattivo tempo”
sulle modalità di iscrizione, sulle possibilità di assunzione, sulle offerte presenti.
Tutto ciò è stato già evidenziato da anni, durante le varie legislature susseguitesi, a Governo, Ministero della
Pubblica Amministrazione, al Ministero del Lavoro e a tutte le articolazioni ministeriali, dipartimentali, nazionali
e locali, ma senza esito. Sono state presentate osservazioni, relazioni, proposte emendative e interrogazioni
parlamentari ma anche in questo caso, nulla di fatto!
A questo si aggiunge l’amarezza perché, oltre alla revisione (in peius) dei benefici per i sanitari, sono stati
dimenticati coloro che nel corso dell’emergenza Covid erano sempre e comunque in prima linea ovvero le
Forze dell’Ordine e le Forze Armate.
Nella trattazione in Assemblea del 6 luglio è palese l’assurda dimenticanza e nella seduta del 7 luglio
si è tentato di ripresentare la Proposta emendativa 23.11. Il Consiglio dei Ministri ha posto la questione
di fiducia sull’approvazione del testo, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi.
Ciò conferma la sensazione, che ormai è certezza, che si voglia ricordare il sacrificio di tanti Eroi solo nel
momento delle celebrazioni funebri, per poi dimenticarsene subito dopo, quando ci sarebbe invece bisogno di
un concreto intervento. Stessa fine toccherà ai medici e al personale sanitario che ha combattuto il Covid, che
si troveranno a sgomitare nei Centri per l’impiego e si dovranno destreggiare con un beneficio che, per come
è oggi offerto, non si può proprio definire tale.
Resta quindi una sola cosa che accomuna le Vittime di questa sciagurata pandemia: tanti buoni propositi ma
ben poche certezze.
ASSOCIAZIONE VITTIME DEL DOVERE


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