“Siamo molto soddisfatti della nota che l’ufficio della Corte Costituzionale ha rilasciato relativamente alla legge sull’autonomia differenziata», così l’avvocato Mario De Grazia, a nome del Comitato Difendiamo la Costituzione di Lamezia Terme, ha aperto la conferenza stampa convocata stamane.
«Vogliamo ancora ringraziare”, ha continuato De Grazia, “tutte le forze politiche di opposizione, i sindacati della Cgil, Uil e Gilda, le Acli, le Associazioni. cattoliche e laiche, la comunità cristiana e i suoi responsabili che ci hanno consentito un eccellente risultato nella raccolta firme per il referendum abrogativo della legge Calderoli, oltre cinquemila firme sul territorio lametino, in due mesi durante un’estate torrida”.
Intanto la Consulta, su ricorsi presentati da 4 regioni, ha rilasciato sentenza con la quale, pur ritenendo non fondata la questione di costituzionalità dell’intera legge, ne ha svuotato l’intero impianto, dichiarando l’incostituzionalità di punti importanti, ben 7.
La sentenza della Corte, ha spiegato De Grazia, “ha rimesso al centro i principi di sussidiarietà e solidarietà, gli articoli 3 e 5 e 116 della Costituzione, e sottolinea che tutte le funzioni legislative e amministrative tra Stato e Regioni devono svolgersi sempre in funzione del bene comune e della tutela dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione.
Secondo la Corte non si possono trasferire alle Regioni intere materie (istruzione, sanità pubblica, ambiente, trasporti ecc.), ma solo specifiche funzioni legislative o amministrative e solo dopo una corretta motivazione relativa a particolari esigenze della singola regione”.
La chiave interpretativa fondamentale della sentenza è la necessità che ogni autonomia pretesa deve sempre conformarsi ai principi costituzionali dell’unità della Repubblica, della solidarietà tra le Regioni, dell’uguaglianza e della garanzia dei diritti di tutti i cittadini. Il solo scopo deve essere quello di migliorare l’efficienza amministrativa, avvicinare lo Stato ai bisogni concreti dei cittadini e non può mai essere il tentativo di appropriarsi di parti del potere dello Stato unitario ed esercitarli secondo i bisogni di pochi. La Regione richiedente, per pretendere una devoluzione di una parte di funzione amministrativa o legislativa su singola materia, deve dimostrarne la specificità e la particolarità.
Viene demolita dalla sentenza della Corte anche la pretesa del Governo di determinare i Lep (livelli essenziali delle prestazioni) il cui finanziamento non può basarsi sul criterio della spesa storica, ma su quello dei costi e dei fabbisogni consolidati secondo criteri di efficienza, così come viene demolita la possibilità del Governo di stabilire con proprio decreto l’entità della compartecipazione al gettito dei tributi per le funzioni evolute.
Sono intervenuti poi Rosa Tavella, Elvira Falvo, Amendola per la Cgil i quali hanno ancora una volta ribadito la qualità della sentenza della Corte Costituzionale.
“Dalle motivazioni della sentenza”, ha concluso De Grazia, “vedremo ciò che resterà in piedi di questa legge che mina l’unità del Paese. Nel frattempo il Tavolo nazionale NO AD, del quale fa parte il Comitato Difendiamo la Costituzione di Lamezia Terme, continuerà la battaglia referendaria per l’abrogazione definitiva della legge. Saremo vigili e seguiremo passo passo i lavori del Parlamento così come le prossime scadenze che riguarderanno la decisione della Corte di Cassazione sulla verifica delle firme e, successivamente, la Corte Costituzionale chiamata a pronunciarsi sull’ammissibilità dei quesiti referendari. Noi del fronte referendario, forti del milione e trecentomila firme raccolte, vogliamo l’abrogazione di questa legge ingiusta”.
Annamaria Persico