L’azienda sa di aver ridotto dal 2002 ad oggi l’offerta dei propri servizi di mobilità, i consumatori invece hanno pagato sempre il prezzo pieno. Il giudice decida per i risarcimenti, ricorda Altroconsumo con una lettera ai pendolari romani.
I disagi causati da Atac sono cronici e impattano su storie individuali: ritardi al lavoro, impegni saltati per corse lentissime, panico per gli incidenti, sconforto per assenza di informazioni, fuga dal mezzo per le pessime condizioni di trasporto, se non per il pericolo.
Le conseguenze dei disservizi sono storie carambolesche per ciascun consumatore; la scelta estrema e diffusa di non usare i mezzi pubblici a Roma perché non affidabili è chiara, da un’inchiesta di Altroconsumo sulle abitudini di trasporto in città emerge che il mezzo utilizzato più spesso per gli spostamenti abituali a Roma è l’auto per il 74% del campione, ma non basta a vedere compensati i disagi per i disservizi ripetuti.
Altroconsumo sta distribuendo in queste ore una lettera nelle caselle di posta di 250 mila cittadini romani: si invitano gli utenti a voler vedere compensati i disagi di un servizio fruito a metà (o non fruito del tutto) ma pagato a prezzo pieno.
La lettera è in distribuzione nelle zone più coinvolte dalle criticità dei mezzi romani, compresa la linea Ostia Lido dei pendolari.
Con la class action la richiesta è del 50% di risarcimento sull’abbonamento per i servizi che Atac non ha dato negli ultimi 3 anni, dal 2015 al 2017. Esempio: con una spesa di 250 euro per l’abbonamento annuale Atac il risarcimento calcolato dai giuristi di Altroconsumo sarebbe di 125 euro all’anno, per un totale di 375 euro, calcolando gli ultimi tre anni.
Per pre-aderire alla class action, gratuita per gli utenti, visitare il sito Altroconsumo https://www.altroconsumo.it/classactionatac