La trasmissione televisiva Mezzogiorno Italia che andrà in onda sabato 18 febbraio alle ore 13.25 su Rai 3 si occuperà della «Strada che non c’è».

Una troupe ha registrato un servizio nella zona interessata da questa opera incompiuta, nei territori della ex Comunità montana Tiriolo-Reventino-Mancuso e del Savuto, tra le province di Catanzaro e Cosenza.

Nei giorni scorsi Antonio Liotta ha intervistato gli attivisti del Comitato «La Strada che non c’è», che da circa sei anni si occupa di questa problematica, ed alcuni imprenditori locali.

La strada, già progettata negli anni Ottanta potrebbe avere una importanza strategica per tutta la Calabria poiché valida alternativa all’autostrada A2 del Mediterraneo.

Nel corso della giornata ci sono state numerose riprese del territorio, sia sul cantiere che sulle vecchie e poche strade di origine borbonica che attualmente vengono utilizzate.

E’ stato fatto presente come l’inadeguatezza delle attuali infrastrutture di collegamento blocchino lo sviluppo di tutto il comprensorio, provocandone lo spopolamento.

Questa carenza infrastrutturale causa numerosi disagi più volte segnalati dal Comitato sia in numerosi incontri istituzionali con gli enti preposti, sia su diversi mezzi di comunicazione. Ricordiamo in particolare i servizi andati in onda su Rai 1 egregiamente curati da Riccardo Giacoia.

«La Strada che non c’è», dalla lunghezza di 35 chilometri, avrebbe dovuto collegare la Statale 280 dei Due Mari allo svincolo di Coraci (Statale 616 nella provincia di Cosenza), suddivisa su tre lotti funzionali.

Ma solo su di un lotto di appena 9.5 chilometri sono iniziati i lavori da più di trent’anni, sono stati spesi circa cento milioni di euro e non ne è percorribile neanche un centimetro.

«Per gli altri due lotti», afferma il Comitato «era arrivato un finanziamento di circa 94 milioni di euro con il “Piano per il Sud” alla Regione Calabria, ma questa li ha destinati ad altro».