Nato a Cosenza il 3 agosto 1939, Abruzzo ha iniziato l’attività giornalistica, dalla Calabria al Tempo e al Giornale d’Italia. Nel 1962 si trasferisce a Milano, dove inizia a lavorare al ‘Giorno’ come cronista giudiziario. Successivamente diventa caposervizio di cronaca giudiziaria, caposervizio al Politico e poi alle cronache nazionali sotto la guida di Italo Pietra, Gaetano Afeltra, Guglielmo Zucconi. Nel 1975, viene chiamato da Eugenio Scalfari a la Repubblica, ma – dopo aver firmato – resta al Giorno. Passerà al Sole 24 Ore di Gianni Locatelli nel 1983: ci resterà fino a marzo 2001, dopo aver ricoperto e funzioni di caposervizio Interni, vice redattore capo, segretario di redazione, redattore capo centrale. Nel 1978 fa parte dei gruppo che, attorno a Walter Tobagi, dà vita alla componente Stampa democratica con l’obiettivo di dare una struttura davvero pluralista alla rappresentanza sindacale dei giornalisti: già componente del Comitato di redazione del Giorno, diventa consigliere e componente della Giunta dell’Associazione lombarda dei Giornalisti, e del Consiglio nazionale della Fnsi. Ha anche svolto attività di insegnamento: Storia del giornalismo e poi Diritto dell’informazione all’Università degli Studi di Milano Bicocca e all’Università Iulm di Milano. Tra i suoi libri. “Il giornalista, la legge e l’esame di Stato”, “Guida del giornalista” e il “Codice dell’informazione e della comunicazione”.
Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli con il consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti esprime “cordoglio per la scomparsa del collega Franco Abruzzo ed è vicino alla famiglia alla quale porge le più sentite condoglianze”. La Federazione nazionale della Stampa italiana (Fnsi) esprime in una nota “il più profondo cordoglio e si unisce in un affettuoso abbraccio alla moglie Diana e alle figlie Vittoria e Anna Maria”.