Tanto basta per far scattare il dibattito sulle alleanze nel Pd. Parte il ‘solito’ Andrea Marcucci. “Il Pd per competere deve avviare un dialogo con Azione, Italia Viva ed i civici”. Anche il senatore Alessandro Alfieri, coordinatore di Base Riformista, parla di “campanello d’allarme”, di “crollo clamoroso” e “preoccupante” dei 5 Stelle su cui riflettere.
Tuttavia dal Nazareno non nascondono che, sebbene ci sia molto da lavorare, allo stesso tempo il Pd primo partito è sempre “più centrale”
per la costruzione di qualunque alternativa alla destra. “L’unico argine a evitare la vittoria delle destre è un centrosinistra, un campo progressista attorno al Pd”, scandisce Letta. I 5 Stelle, è la riflessione tra i dem, hanno i loro guai e non hanno opzioni se non seguire il Pd. E anche il polo riformista di Calenda è tutto da costruire (“non esiste”, è drastico un dirigente dem) e senza il Pd non va da nessuna parte. Quanto a Matteo Renzi poi viene dato ormai a destra. Calenda, si sottolinea, almeno “ha presentato due liste e ha gareggiato, Renzi si è nascosto tra i civici solo per governare e prendere poltrone”.
Certo il risultato positivo dell’area Calenda riaccende antiche perplessità sui grillini. Sempre Marcucci: “I candidati dem vanno bene come a Padova, a Verona e a Lucca anche senza l’alleato 5 stelle- continua- mentre nelle città in cui si è misurato il campo largo, i risultati sembrano insufficienti. Mi auguro che di fronte a queste evidenze, il Pd arrivi alle giuste contro misure”.
Per Alfieri un dialogo con Calenda è possibile ma “lo sforzo deve avvenire da entrambe le parti. Io credo che ci siano le condizioni per dialogare. Ma non a tavolino, il dialogo lo si fa sui temi”, è la tesi di Alfieri che guarda anche allo “straordinario successo dei civici. Dobbiamo parlare a una fetta di elettorato che può avere nel Pd un punto di rifermento importante”.
Anche perchèé con Calenda le cose non sono semplici. E il risultato positivo delle amministrative potrebbe rafforzare la volontà di Azione di correre sola con il suo polo riformista. Basta vedere la replica di Calenda a Letta: “Enrico, ‘argine alle destre’ non è una proposta politica. E dopo una legislatura dove tutti si sono alleati con tutti e Salvini ha governato con il tuo alleato Conte, è davvero poco credibile. Questo non è il nostro modo di concepire la politica perché conduce all’ingovernabilità”.