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23 marzo 2017

Ricette calabresi-cucina leggendaria

Erbe e piante di Calabria. ‘A cicoria (tarassaco) antistress


In Calabria, all’arrivo della bella stagione e fino ad autunno inoltrato, da sempre si va per campi a cercare erbe e piante spontanee.

Le preziose sostanze di lapristi, papagna, vurraina, vitalba ma anche fhinuacchiu, ariganu, aranzu e tante altre ancora, come ben sapevano le nostre nonne, sono fondamentali presidi di salute e benessere, da consumare sottoforma di decotti e tisane o di gustosi piatti della tradizione.

Doni di Madre Natura che, dalla notte dei tempi fino alla medicina ufficiale e alla moderna farmacologia (i cui prodotti sono tuttora al 50 per cento di derivazione vegetale), ci aiutano a vivere meglio.

Oggi parliamo del tarassaco, taraxacum officinale o cicoria selvatica, in calabrese chiamata anche cicora, cicuare, cicore, cicojira, un’erba spontanea diffusa in tutte le nostre campagne che cresce un po’ dappertutto, sul ciglio delle strade, nei prati, sui muretti e nei terreni non coltivati.

Quest’erba ha una radice a fittone, gambi un po’ ruvidi, foglie lunghe e frastagliate e in estate produce dei bei fiori gialli. E’ un vero regalo della natura in quanto ricca di sali minerali, potassio, calcio e ferro, grandi quantità di vitamina C, vitamina B, P e K e soprattutto contiene l’acido cicorico dalle grandi proprietà depurative e disintossicanti.

La cicoria perciò ha un’azione antinfiammatoria, antianemica, lassativa e diuretica, aiuta a controllare la glicemia e il battito cardiaco, e a combattere la ritenzione idrica e le dermatiti di origine allergica e stagionale. L’ideale dopo l’inverno per contrastare l’accumulo di tossine dovuto allo stress, all’inquinamento e alla frequentazione di ambienti chiusi.

L’assunzione di cicoria selvatica, da consumare cotta o in infusi, è da evitare solo in caso di gastrite o di ulcera peptica.

Ricordiamo che la cicoria, essendo un’erba spontanea molto comune e alla portata di tutti, un tempo si usava per fare il cosiddetto caffè, bevanda amarognola ma corroborante, mentre il polline dei suoi fiori gialli è molto amato dalle api che lo trasformano in prezioso miele millefiori.

Tradizione calabra però vuole che la buona e salutare cicora selvatica, regina della cucina povera del Sud, si raccolga fresca, scegliendone le foglie più tenere da far scottare in acqua bollente, per preparare minestre maritate e non, oppure semplicemente passate in padella con olio, aglio e peperoncino.
Annamaria Persico


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