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10 aprile 2017

News Lamezia e lametino

Esercitazione di Protezione civile a Sambiase organizzata sabato scorso dall’Ic Nicotera-Costabile


Spesso un impegno formativo si connota per la ricaduta partecipativa coerente con il carattere prescrittivo imposto da norme, contratti e regolamenti che ne delineano il percorso.

Non è così per l’esperienza formativa sulla sicurezza di questi giorni, organizzata dall’Istituto comprensivo Nicotera-Costabile di Lamezia Terme, diretto dalla dottoressa Rosanna Bilotti, e coordinata dalla funzione strumentale, insegnante Viviana Longo.

L’iniziativa, infatti, è nata da un’aspirazione, fortemente sentita da molti docenti e operatori della scuola, di legare la loro esperienza formativa sulla sicurezza all’obiettivo ambizioso di contribuire alla costituzione di un gruppo di volontari per la Protezione civile; prospettiva auspicabile in una delle aree del nostro Paese, la Calabria, a più forte rischio sismico.

L’ultimo appuntamento di sabato 8 aprile, finalizzato all’acquisizione di competenze sulle tecniche di montaggio delle tende da campo, si è tenuta nell’area mercatale di Sambiase, segnalata, nel Piano comunale sulla sicurezza, come uno dei punti di raccolta degli abitanti in caso di evacuazione dalle case conseguente ad evento sismico.

Erano presenti numerosi docenti e operatori di vari istituti scolastici di ogni ordine e grado della città, una nutrita delegazione di Associazioni interessate all’evento e tanti cittadini incuriositi dalla inusuale iniziativa.

L’associazione di volontari, che ha curato l’esercitazione di Protezione civile, ha avuto il pregio di proporre, in un laboratorio a cielo aperto, un’occasione di apprendimento basata sulla concretezza e sul coinvolgimento funzionale dei partecipanti.

Al momento si ignorano i termini dell’approdo finale di un’esperienza che, nelle intenzioni di chi l’ha progettata, dovrebbe andare al di là delle competenze necessarie per la gestione della sicurezza in un luogo di lavoro o della evacuazione di un edificio scolastico.

Quel che è certo è il senso comune da animare con la cultura della solidarietà che si può implementare, fuori dalle solitudini delle nostre case e dei luoghi dove lavoriamo, in territori anche lontani dove competenze acquisite, e costantemente aggiornate, si coniugano con attenzioni reali e non retoriche verso coloro che soffrono.
Fiore Isabella


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