Il medico veterinario dell’ENEA Fiorella Carnevali ha vinto il Premio internazionale Sofia per aver brevettato un unguento, per uso umano e veterinario, che cura lesioni esterne di qualunque estensione e natura, sia acute che croniche. Il premio è stato conferito alla ricercatrice «per il suo impegno sociale, culturale e professionale e la sua attenzione alle fasce sociali più deboli».
Destinato a personalità che si sono distinte per etica, solidarietà e altruismo, il Premio Sofia Onlus 2017 è stato conferito, tra gli altri, ai Vigili del Fuoco – Unità Cinofile intervenuti nei soccorsi a Rigopiano, al sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi e a Carla Fracci.
L’unguento si basa su una particolare composizione di iperico e olio di Neem ed è stato messo a punto insieme al biologo dell’ENEA Andrew Van Der Esch.
«Si tratta di un composto all-in-one», spiega Fiorella Carnevali della divisione Tecnologie e metodologie per la salvaguardia della salute dell’ENEA «particolarmente indicato per ulcere vascolari, piede diabetico, piaghe da decubito e anche ferite da trauma. Grazie alle sue proprietà cicatrizzanti e antibatteriche può sostituire disinfettanti, antibiotici e antinfiammatori dal momento del trauma, fino alla guarigione completa con risparmi economici importanti».
Rispetto alle terapie tradizionali il medicamento si è dimostrato molto efficace, nella cura delle ferite cosiddette «difficili», anche pediatriche. Attualmente è commercializzato per uso umano con il nome di «1 Primary Wound Dressing» ed è impiegato nella ASL di Bolzano e in diverse altre strutture ospedaliere, tra cui il Cardarelli di Napoli e il CTO di Roma.
«Si tratta di un esempio virtuoso di come il trasferimento della ricerca scientifica può essere determinante in settori importanti come la cura della salute e in veterinaria», ha aggiunto la dottoressa «e auspichiamo che l’unguento venga adottato anche da altri enti, regioni ed ospedali perché è in grado di ridurre dolore, complicazioni infettive – anche da batteri multi resistenti – e tempi di guarigione: per questi motivi è particolarmente indicato nelle situazioni di emergenza, catastrofi naturali o conflitti armati, nei paesi in via di sviluppo e in tutte le situazioni con scarse condizioni igienico-ambientali».
In medicina veterinaria l’unguento è commercializzato con il nome «OneVet» ed è considerato l’unico presidio in grado di controllare il cheloide, una patologia di difficile guarigione tipica delle ferite equine, ed è stato utilizzato per curare con successo oltre 50 cavalli del 4° Reggimento Carabinieri e i risultati delle ricerche sono stati pubblicati sulle riviste Journal of Animal and Veterinary Sciences e sul Giornale di Medicina Militare.
L’unguento si è dimostrato efficace anche per le infezioni da batteri multi-resistenti e nella cicatrizzazione delle lesioni di cani, gatti, pecore e capre. Inoltre, la rivista scientifica Diseases of Aquatic Organisms ha pubblicato i risultati positivi dell’utilizzo dell’unguento anche nella cura di gravi lesioni sulle tartarughe marine.
(Ufficio Stampa ENEA)