Fidia e Pericle sono due grandi del mondo greco, vissuti nel V secolo a.c., seppero nella loro vita assecondare passioni e senso del dovere, uno scultore e architetto, l’altro militare e oratore politico.
A Fidia si devono delle opere grandiose come la gigantesca statua di Atene Promachos che sorgeva all’inizio dell’Acropoli di Atene e fu inoltre sovrintendente dei lavori del Partenone di Atene nell’acropoli, maestosa struttura arrivata ai giorni nostri e vero simbolo di tutta la Grecia.
Pericle, vissuto nello stesso periodo, come scrisse Plutarco nella sua opera “Vite Parallele”, ” Quando Pericle era giovane, aveva molto timore del popolo”. Continua Plutarco ” non si diede inizialmente alla vita politica perché temeva di essere ostracizzato”. Con il passare degli anni però superò le paure iniziali e iniziò la sua attività a tutto tondo di politico, militare e oratore. Il suo Discorso agli ateniesi è ancor oggi famoso e citato in tutti gli angoli del mondo.
Pericle per il suo modo di accattivarsi il parere del popolo e la sua strenua e incessante visione della democrazia, viene definito in maniera discordante populista (pensiamo a Umberto Eco) o non populista (da Popper a Camilleri), comunque simbolo della democrazia.
Non è forse attuale il tema della paura in politica e del parlare alla pancia del popolo? Quesito più che legittimo e che deve far riflettere. Fidia e Pericle hanno lasciato un’eredità culturale e hanno indirizzato i rispettivi settori per i secoli a seguire, ma la più grande vittoria di questi due grandi del loro tempo è che hanno fatto grande e nobilitato anche la propria terra.