La fusione con altre municipalità è diventata la soluzione obbligata per moltissimi comuni calabresi, la cui ridotta dimensione ne ostacola l’azione sul territorio in termini di offerta di servizi collettivi.
Molti di questi comuni sono altamente inefficienti, ossia offrono servizi con spese pro-capite elevatissime e maggiori di quelli che si avrebbero se si aggregassero.
Il peso di questi maggiori costi si riversa sulla collettività, sia perché i servizi tendono a diminuire e sia perché le maggiori spese pro-capite devono essere compensate da maggiori entrate pro-capite, con il rischio di far leva, laddove ancora possibile, sull’introduzione di nuove tasse e imposte locali.
La circostanza di non bilanciamento tra spese e entrate determina un ulteriore abbattimento della qualità e della varietà dei servizi essenziali per i residenti.
In un numero elevato di casi, questi rischi non si avrebbero in presenza di un sano progetto di aggregazione territoriale che, se gestito con lungimiranza e visione d’insieme, potrebbe rappresentare un’ottima occasione per avere una buona organizzazione amministrativa delle comunità.
Si tratta di riforme necessarie che potrebbero essere facilitate dalla Regione Calabria che ha, da Costituzione, la competenza di governare gli assetti istituzionali sul territorio e che, oggi, può fare riferimento anche alle possibilità finanziarie (16 milioni di Euro) previste nel POR Calabria 2014-2020 in tema di potenziamento della capacità istituzionale degli enti locali.
Francesco Aiello
Professore ordinario di Politica economica all’Università della Calabria
In questo breve saggio, rendo più esplicite queste opportunità http://www.opencalabria.com/la-miopia-della-calabria-tema-fusioni-comuni/