
Perquisizioni oggi in casa di Andrea Sempio e in quella dei suoi genitori. Nel decreto del sequestro disposto dalla Procura di Pavia nell’indagine che riguarda il trentasettenne, si fa riferimento alla “ricerca di qualsiasi cosa utile alle indagini” sul delitto di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Lo apprende l’Adnkronos da fonti qualificate.
Appunti scritti a mano conservati in alcune scatole, vecchi ‘diari’ di Sempio in cui prendeva appunti su come piacere alle ragazze, ma anche la copia forense del contenuto di nuovi e vecchi telefoni: questo quanto è stato sequestrato, da quanto apprende l’Adnkronos, dai carabinieri di Milano.
Il difensore di Sempio: “Perquisizioni? L’ho saputo dalla tv”
“Le perquisizioni erano note alla stampa prima che a me, l’ho saputo dalla tv. Non è bello in uno Stato di diritto”, ha intanto detto all’Adnkronos Massimo Lovati, difensore di Sempio. Il difensore ha assistito per quasi sette ore alla perquisizione avvenuta nell’abitazione dei genitori di Sempio: “i carabinieri hanno portato via delle cianfrusaglie, oggi ho perso un sacco di tempo” chiosa.
Si cerca l’arma 18 anni dopo, un filo lega due testimoni
Un filo lega due testimonianze e spinge i carabinieri di Milano a cercare – a quasi 18 anni di distanza dall’omicidio di Chiara – l’arma del delitto di Garlasco. Un supertestimone due mesi fa ha rotto il lungo silenzio e ha raccontato alla trasmissione Le Iene (il filmato sarebbe stato acquisito) di aver visto quella mattina una ragazza gettare un oggetto metallico in un canale, vicino a una vecchia cascina a Tromello, comune del pavese non lontano da Garlasco. Zona in cui si trova anche la casa disabitata della famiglia Cappa (nessuno è indagato) imparentata con i Poggi.
“Dopo 18 anni a dover parlare di questa cosa mi sono sentito meglio, a livello emotivo e personale. Lo faccio solo per quella ragazza, degli altri non me ne frega niente” le parole del supertestimone al giornalista televisivo. Il suo racconto, per gli inquirenti, si lega – o meglio rafforza e chiude – il racconto di un altro presunto testimone Marco Demontis Muschitta che nel settembre 2007 dichiarò ai carabinieri “che tra le ore 9.25 e le ore 9.40-9.45 del 13 agosto 2007 ho visto lungo la via Pavia in Garlasco mentre mi trovavo a bordo del furgone di lavoro su una bicicletta la cugina bionda di Chiara Poggi (asseritamente identificata come Stefania Cappa, non indagata) con un attrezzo da camino nella mano destra”. Un’ora dopo l’allora 32enne ritratta tutto: “Mi sono inventato tutto quello che vi ho raccontato perché sono uno stupido. Mi sono inventato tutto quello che vi ho detto. Mi dispiace e non volevo farvi perdere del tempo. Scusate ancora”.
Quella descrizione e quell’oggetto di ferro pesante tornano a distanza di anni di attualità. Il nuovo testimone avrebbe messo a verbale il suo racconto e da stamane sono scattate le ricerche dell’arma, forse un attizzatoio da camino.