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23 maggio 2018

News Calabria

Gerardo Sacco dai detenuti dell’Istituto Caridi: «Un incontro che mi ha allargato il cuore»


Due ore di emozione palpabile, di condivisione profonda, di scambio d’esperienze, di crescita comune. È stato emotivamente intensissimo l’incontro che il maestro orafo crotonese Gerardo Sacco ha avuto con un nutrito gruppo di detenuti presso l’Istituto penitenziario Ugo Caridi di Catanzaro il 17 maggio scorso.

«Un incontro che mi ha allargato il cuore», ha detto, visibilmente commosso, il maestro, «per tutto l’affetto che mi avete dimostrato». Un affetto dimostrato con doni, poesie, vere e proprie opere d’arte realizzate nei numerosi laboratori che i detenuti possono scegliere di seguire.

L’incontro è nato da una felice intuizione della direttrice, Angela Paravati, che ascoltando Sacco parlare del suo libro intervista (scritta da Francesco Kostner) «Sono nessuno! Il mio lungo viaggio tra arte e vita», ha pensato di valorizzare il potenziale didattico dell’opera, proponendola per il progetto di lettura e scrittura che l’Istituto promuove da cinque anni a questa parte.

«Quando l’ho ascoltato a Soverato», ha spiegato introducendo l’incontro, «sono stata colpita dalla sua affermazione ‘avrei potuto facilmente prendere anche io una cattiva strada’. E ho pensato che quest’uomo dalla grande umiltà, bontà d’animo e caparbietà, un imprenditore che ha scelto di restare a Crotone, un artista che ha saputo coltivare il suo dono in mezzo a tante difficoltà, poteva essere d’esempio e sprone per quelli che, qui dentro, stanno provando a costruirsi una vita migliore».

I partecipanti al progetto hanno, dunque, letto e approfondito il libro assieme alle docenti Giorgia Gargano e Ilaria Tirinato; quindi hanno sottoposto al maestro alcune domande, e gli hanno pure inviato alcune lettere, in attesa di un confronto diretto con lui. «Un uomo», ha aggiunto il magistrato di sorveglianza Angela Cerra, «capace di coinvolgere tutti con il suo messaggio di umiltà, amore e speranza; un messaggio utile per tutti».

«Gerardo Sacco», ha sottolineato Giacomo Salatino, portando i saluti dell’azienda «è un ragazzo che ha saputo inseguire il proprio sogno, senza fermarsi davanti alle difficoltà. Ed è riuscito, partendo da un’impresa individuale, a dare vita ad un’azienda che oggi da’ lavoro a circa 50 persone».

Quindi il momento di confronto vero e proprio: «Per me essere qui è una grandissima emozione», ha affermato Gerardo Sacco, «Mi sento un ragazzo fortunato, e non lo dimentico. In voi rivedo la storia della mia vita; sarebbe bastato pochissimo perché io mi trovassi da un’altra parte, e di questo devo ringraziare il rigore e l’attenzione di mia madre. Sono convinto che l’importanza del rispetto delle regole vada insegnata da bambini, da un esercito di educatori. Potremmo evitare così tanti dispiaceri e tante sofferenze».

Tra domande e risposte, in una mattinata intensissima e commovente, il maestro è stato omaggiato di doni bellissimi e dal significato molto profondo. Un libro artigianale realizzato nel laboratorio di sartoria in cui è stata raccolta la Collezione di gioielli della S1: frasi, concetti, immagini in cui ciascuno ha espresso il proprio concetto di gioiello, siano essi i propri figli, gli anziani, la fede.

Poi il “pupo” che rappresenta Carlomagno, colui che ha saputo considerare tutti uguali, ricchi e poveri, nobili e ladri, uomini e donne, rispettando tutti allo stesso modo e regalando a tutti una seconda possibilità. Ancora, una bellissima lira realizzata in cioccolato purissimo. Una bambola che rappresenta la pacchiana e poi una collana di cuticchie, a riprendere una delle sue opere più emblematiche; solo che questi sassi vengono dal campo sportivo dell’Istituto, e sotto ciascuna i detenuti hanno scritto una parola, che simboleggia un valore o una speranza.

Un talentuoso ospite dell’Istituto ha poi consegnato al maestro un suo disegno, ed una maschera apotropaica realizzata in ceramica. E sempre dal laboratorio di ceramica è arrivata la piccola scultura di un Gerardo Sacco al lavoro al suo banco. Intensissimi anche i momenti in cui qualcuno ha voluto dedicare al maestro alcune poesie.
L’incontro si è concluso con un grande abbraccio collettivo e con la promessa di proseguire in questa, evidentemente proficua, collaborazione.


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