“Alessandro mi ha rovinato la vita. Adesso sono costretta a tornare in Meridione dopo tutti i sacrifici fatti per lasciarlo”. Questo confidava Giulia Tramontano a un’amica via whatsapp nella prima serata di sabato scorso, poche decine di minuti prima di venire uccisa dal compagno nella loro casa di Senago, alle porte di Milano.
La conversazione telematica, con messaggi vocali, inizia alle 18.25, dopo che la 29enne saluta l’altra ragazza legata sentimentalmente a Impagnatiello. Un incontro in cui le due donne smascherano tutte le bugie dell’uomo che inconsapevolmente condividono. Dettagli che feriscono Giulia, come il fatto che in sua assenza Alessandro togliesse dalla casa di Senago le foto che la ritraevano, così da poter accogliere l’altra donna. E ancora quando, in occasione del compleanno di quest’ultima, trascorre da lei il fine settimana, raccontando alla 29enne con cui conviveva di essere in Emilia Romagna con un amico.
Particolari che convincono Giulia, che già – racconta l’amica – “nutriva forti dubbi sulla sincerità di Alessandro”, a tornare a casa per parlare con lui e, dopo essersi calmata un po’, andarsene. Una volta arrivata, però, troverà la morte per mano del compagno, che per rassicurare l’amica preoccupata, le scriverà dal telefono della 29enne. “Niente zia non ne posso più, ora vado a riposarmi”, l’ultimo messaggio, alle 21.50, quando Giulia era già stata uccisa.