Giustizia, lo stop di Mattarella: "Rispettare i limiti, magistrati soggetti soltanto alla legge"
2 dicembre 2024

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Giustizia, lo stop di Mattarella: “Rispettare i limiti, magistrati soggetti soltanto alla legge”


Un richiamo al “rispetto dei limiti delle proprie attribuzioni“. E’ quello arrivato oggi, 2 dicembre, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontrando al Quirinale i referendari di nuova nomina della Corte dei Conti. Un’attitudine, ha sottolineato il Capo dello Stato, destinata “a rafforzare l’indipendenza che contraddistingue la magistratura, soggetta soltanto alla legge“.

“Entrate a fare parte, con rilevanti responsabilità, di una istituzione prestigiosa, posta a servizio, nelle sue molteplici funzioni, della Repubblica – ha scandito Mattarella -. Vi auguro di svolgere i compiti che vi saranno assegnati, adesso e nello sviluppo della vostra carriera, quali magistrati consapevoli del vostro ruolo, della realtà sociale ed economica nella quale operate e dei riflessi che le vostre decisioni sono destinate ad avere sulle persone e sulle amministrazioni. E, come sovente mi appare opportuno sottolineare, del rispetto dei limiti delle proprie attribuzioni, garanzia, allo stesso tempo, per tutti della tutela della loro indipendenza, attribuzione riservata dalla Costituzione rispetto ad altri poteri”.

“Queste attitudini – ha aggiunto il Capo dello Stato – non sono destinate ad affievolire, ma, all’opposto, a rafforzare l’indipendenza che contraddistingue la magistratura, soggetta – ripeto – soltanto alla legge”.

“Garantire separazione magistratura contabile e potere amministrativo”

“Con riguardo agli articoli 28 e 97″ della Costituzione – ha quindi specificato Mattarella – “in questo particolare momento il giudizio di responsabilità deve confrontarsi con i fenomeni della cosiddetta paura della firma e della burocrazia difensiva, che la Corte costituzionale ha ritenuto meritevoli di considerazione da parte del legislatore nella recente sentenza n. 132 del 16 luglio 2024. La Corte costituzionale ha tra l’altro evidenziato la complessità dell’ambiente in cui operano gli agenti pubblici, sia per l’individuazione delle norme da applicare al caso concreto in un sistema giuridico multilivello con fonti di provenienza diversa, sia per le difficoltà interpretative derivanti da una produzione legislativa, talvolta caotica, sia per l’inadeguatezza delle risorse a disposizione dell’Amministrazione. Spetterà adesso al Parlamento dettare una disciplina in grado di contemperare, nel rispetto del fondamentale principio della separazione tra potere giurisdizionale e potere amministrativo, l’esercizio imparziale ed efficace dei compiti che la Costituzione affida alla magistratura contabile, con la salvaguardia dei principi, anch’essi di natura costituzionale, di buon andamento e imparzialità dell’Amministrazione”.

“Tali aspetti, peraltro – ha aggiunto il Capo dello Stato – sembrano dover trovare un temperamento nell’esercizio stesso delle funzioni giurisdizionali dei magistrati della Corte dei Conti, dove l’applicazione delle regole processuali e la considerazione dei precedenti giurisprudenziali – ha ricordato ancora Mattarella – non può prescindere dall’attenta valutazione del caso concreto”.


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