Non ha inciso la posizione assunta dai procuratori della contea di St. Louis che, secondo i legali del condannato, “hanno ammesso di aver sbagliato e hanno combattuto con zelo per annullare la condanna e salvare la vita del signor Williams”. Diverse organizzazioni e persino la famiglia della vittima dell’omicidio hanno cercato di fermare l’esecuzione: nel tardo pomeriggio del 24 settembre, è svanita l’ultima speranza di bloccare l’iter con la decisione della Corte Suprema. Solo 3 giudici su 9 si sono espressi a favore dello stop. L’esecuzione di Williams in passato è stata sospesa per 2 volte nel 2015 e nel 2017.
Il caso
Williams è stato condannato nel 2001 per l’omicidio di Felicia Gayle, ex cronista del St. Louis Post-Dispatch, trovata morta l’11 agosto 1998: la donna è stata accoltellata nella sua casa alla periferia di St. Louis. Le prove raccolte sulla scena del crimine comprendevano impronte digitali, imponte di scarpe, capelli e dna sul coltello da cucina usato per l’omicidio.
Nonostante tutti gli elementi, nessun arresto è stato eseguito per oltre un anno. Williams, che ha sempre negato di aver ucciso Gayle, è stato condannato per l’omicidio nonostante il suo Dna non corrispondesse a quello trovato sulla scena del crimine. La condanna si è basata sulle parole di due testimoni che, secondo i legali di Williams, hanno ricevuto ricompense in denaro e hanno raggiunto un accordo per ottenere per pene più brevi nei rispettivi casi penali.