Questa mattina presto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha inviato un nuovo messaggio ai russi: “Qui non avrete pace, non avrete da mangiare, non avrete un momento di calma”. Ci sarà solo, ha incalzato, una “resistenza tanto agguerrita che ricorderanno per sempre che non rinunceremo a ciò che è nostro”. Dall’inizio dell’invasione, ha rivendicato, l’Ucraina ha sventato i piani che il “nemico” preparava da anni.
Stando al presidente ucraino, sono morti circa 9.000 russi. Ieri la Difesa ucraina parlava di 5.840 russi morti. Sempre ieri il ministero della Difesa russo ha fornito per la prima volta un bilancio ufficiale delle perdite dall’inizio dell’invasione, confermando un bollettino di 498 soldati russi caduti. Secondo Zelensky è basso il morale delle truppe russe e ogni giorno soldati russi vengono fatti prigionieri. “E dicono solo una cosa – ha affermato – Non sanno perché sono qui”.
Intanto la Corte Penale internazionale ha ufficialmente avviato un’indagine su presunti crimini di guerra commessi dalla Russia in Ucraina. Lo ha annunciato il procuratore della Cpi, Karim A.A. Khan Qc, dopo che 39 Paesi, tra cui l’Italia, un numero mai così ampio, hanno sottoscritto la procedura di attivazione della Corte. Il lavoro di raccolta delle prove in Ucraina è già iniziato, ha detto il procuratore. “Come già detto nella mia dichiarazione del 28 febbraio, nell’esame preliminare della situazione in Ucraina, il mio ufficio ha già trovato una base ragionevole per ritenere che siano stati commessi crimini nell’ambito della giurisdizione della Corte – ha sottolineato il procuratore – e ha identificato casi potenziali che sarebbero ammissibili”.