Parlamentari che si candidano per altri incarichi ma non si dimettono in attesa del verdetto dell’urna. Negli ultimi anni gli esempi sono stati tanti.
Proprio ieri Giachetti e Valente sono diventati ufficialmente i candidati del Pd per Roma e Napoli. Si dimetteranno da parlamentari?
Non è certo una novità, ma il punto è sempre lo stesso. Il rispetto per le istituzioni di cui si fa parte e dei cittadini rappresentati dovrebbe essere al centro delle scelte politiche dei nostri parlamentari.
Peccato che spesso non sia così.
Roberto Giachetti e Valeria Valente proprio ieri hanno vinto le primarie del Partito democratico per la corsa a sindaco di Roma e Napoli. I due però sono attualmente deputati. Non solo, il primo è vice presidente della camera e la seconda è segretario dell’ufficio di presidenza.
La domanda a questo punto è: si dimetteranno dal loro incarico da parlamentare o continuare a tenere il piede in due scarpe in attesa del risultato elettorale?
In linea di principio sarebbe augurabile la prima opzione, anche perché è naturale che la loro partecipazione ai lavori dell’aula da qui al giorno del voto diminuirà sempre di più.
Come se non bastasse, considerando che i due gareggiano per il Partito democratico, aspettare l’esito del voto diventa al quanto superfluo, perché è evidente che il movimento di centrosinistra sicuramente raggiungerà la soglia sufficiente per entrare in consiglio comunale, e che i due ne faranno sicuramente parte anche se non fossero eletti sindaco.
Il nostro ordinamento purtroppo non considera incostituzionale la compresenza degli incarichi di consigliere comunale e parlamentare.
Motivo per il quale il senatore Felice Casson, per fare un esempio, candidato sindaco a Venezia per il Pd l’anno scorso e sconfitto da Brugnaro, continua a ricoprire sia il suo incarico a Palazzo Madama che il suo ruolo da capogruppo nel consiglio comunale del capoluogo veneto.
Ma è una questione di rispetto nei confronti di istituzioni e cittadini. Delle istituzioni, perché in quanto parlamentari hanno il dovere di partecipare ai lavori dell’aula; dei cittadini, perché in una democrazia rappresentativa, venir meno al proprio mandato svuota gli elettori dal loro potere politico.
Se hanno deciso di candidarsi è evidente che la loro scelta, almeno a livello istituzionale, l’abbiano fatta.
A questo punto, chiedere le dimissioni di Giachetti e Valente diventa necessario.
(Fonte: Openpolis)