Il 26 settembre la chiesa cattolica festeggia i Santi Cosma e Damiano ai quali è dedicata a Riace, piccolo borgo calabrese, una delle feste più importanti dedicate ai Medici venuti dall’Oriente.
Due volte l’anno, a maggio e a settembre, nel paese di origine greco-bizantina affacciato sulla costa jonica, famoso per il ritrovamento dei Bronzi ma anche per essere modello di accoglienza grazie all’ideatore ed ex sindaco Mimmo Lucano, arrivano pellegrini da tutta la regione che si recano ad onorare i Santi Cosma e Damiano, gli anàrgiri, termine greco che significa «senza argento», «senza denaro», fratelli gemelli medici e cristiani vissuti intorno al 300 in Siria.
Diventarono molto noti perchè curavano gratuitamente le persone e questa grande attenzione ai malati fu anche uno strumento efficacissimo di apostolato. Questa missione però costò la vita ai due fratelli: durante il regno dell’imperatore Diocleziano, forse nel 303, furono decapitati a Ciro, città vicina ad Antiochia di Siria, o comunque qui traslati da altro luogo e sepolti.
Il culto di Cosma e Damiano risale al V secolo ed è esteso a tutto il bacino del Mediterraneo. I due sono protettori dei medici, dei farmacisti e delle professioni affini come i barbieri, le levatrici e i dentisti, e inoltre sono i Santi protettori delle comunità Sinti e Rom. Sono per lo più rappresentati con la palma tra le mani o con gli strumenti della loro arte e il loro culto presenta molte affinità con gli dei pagani della medicina, i Dioscuri Castore e Polluce, Asclepio ed Iside medica, e sicuramente era già esistente nei primi martirologi.
L’origine del Santuario di Riace probabilmente risale ad una struttura bizantina collegata con il vicino Monastero di S. Giovanni Theristis, mentre la confraternita dei SS. Cosma e Damiano fu istituita nel 1637 ad opera del vescovo di Squillace.
Nella chiesa Matrice di S. Maria Assunta detta anche chiesa di S. Giacomo situata a qualche chilometro di distanza da Riace Superiore, sono conservate le pregevoli statue dei Santi, di scuola napoletana del Settecento, che due volte l’anno vengono tirate fuori e portate in processione fra Riace Superiore e Riace Marina.
I festeggiamenti nel Santuario di Riace (Reggio Calabria) si fanno risalire al 1669, quando le reliquie di san Cosma furono portate da Roma, ma Cosimo e Damiano furono istituiti Santi Patroni di Riace solo nel 1734.
La festa di maggio anche detta festa del Braccio, coinvolge soprattutto la comunità di fedeli di Riace e si svolge la seconda domenica di maggio, e in ricordo dell’apparizione dei Santi ad un pastorello del posto, le reliquie dei Santi vengono portate in processione al castedu. Una teca d’argento a forma di braccio viene trasportata lungo un itinerario campestre attraverso i sentieri della campagna di Riace, dalla chiesa Matrice fino a raggiungere la spiaggia di Riace Marina.
Una volta giunti sulla spiaggia, la teca viene imbarcata e portata nei pressi di uno scoglio dove la tradizione racconta che sia rimasta l’impronta del piede di San Cosimo, dopo la traversata dal lontano Oriente. Un tempo lungo il tragitto, come rito propiziatorio, i contadini deponevano sulla base della teca fasci di spighe di grano, rami di ulivo e altre piantine.
La festa di settembre, invece, va dal 25 al 27 del mese ed è unica nel suo genere perchè coinvolge non solo moltissimi devoti dei paesi limitrofi che giungono numerosi a piedi al Santuario, ma anche per la grande partecipazione di fedeli Rom e Sinti che da tutta la Calabria e oltre vengono a venerare i Santi Cosma e Damiano, e anche il Beato Zeffirino martire, il santo Rom di cui si conserva una effigie nel Santuario.
Si tratta del più grande raduno religioso della comunità rom, che diventa la principale protagonista di questa straordinaria manifestazione di religiosità popolare, chiamata comunemente a festa di zingari.
Annamaria Persico (ARTICOLO GIA’ PUBBLICATO SU REPORTAGE DEL 26 SETTEMBRE 2017)