Durante l’ultima adunanza del Consiglio comunale di Carlopoli, tenutosi il 26 marzo scorso, il momento di maggior interesse si è raggiunto quando il capogruppo dell’opposizione, Emanuela Talarico, ha dato lettura di una recente sentenza pronunciata dal Tribunale amministrativo regionale per la Calabria con la quale ha accolto il ricorso presentato da un cittadino cui l’attuale amministrazione, ha negato l’accesso ad alcuni atti amministrativi.
Il fatto: con apposita istanza il cittadino, proprietario di un immobile confinante con l’abitazione dell’attuale vicesindaco con delega all’urbanistica, Maria Cristina Marchio, chiedeva all’ufficio tecnico il rilascio di specifica documentazione, ivi specificatamente dettagliata.
Il Comune negava l’accesso agli atti, in quanto la confinante, ovvero il vicesindaco signora Maria Cristina Marchio, si era formalmente opposta.
Il cittadino, al fine di far valere i propri diritti, si è visto costretto ad adire il Tar che ha accolto integralmente il ricorso precisando quanto dovrebbe essere noto anche agli amministratori più inesperti, ovvero, che «…il ricorrente era sicuramente legittimato all’accesso in qualità di proprietario confinante all’immobile interessato dall’attività edilizia assentita dall’amministrazione comunale».
Il Tar, inoltre, rilevata la gravità della condotta perpetrata dall’Ente comunale, costituitosi in giudizio a mezzo di un proprio avvocato di fiducia, lo condannava al rimborso di tutte le spese legali.
Afferma il gruppo «Uniti per Carlopoli e Castagna», composto, oltre che dal capogruppo Emanuela Talarico, dai consiglieri comunali Salvatore Aiello e Carlo Sacco, che la circostanza rappresentata appare, se non a chi non vuole ammetterlo, particolarmente grave in barba alle norme sulla trasparenza amministrativa.
Tale operato ha generato un evidente danno per le casse dell’Ente oltre che la palese lesione dei diritti – riconosciuti ex legge – ad un nostro concittadino.
Nella seduta pubblica si evidenziava, inoltre, che ad evitare tali violazioni a nulla serve la presenza, nelle file dell’attuale maggioranza, della vicepresidente nazionale di «Avviso Pubblico» (annualmente sostenuto economicamente dal nostro ente) Maria Antonietta Sacco. Sempre in prima fila nelle passerelle contro la mafia, ma totalmente disattenta ed impotente alle problematiche e ai personalismi interni al nostro Comune.
Il capogruppo riferiva, inoltre, che tale sentenza è idonea a dimostrare la veridicità di quanto reiteratamente denunciato dal gruppo consiliare «Uniti per Carlopoli e Castagna», ovvero, delle continue omissioni, nonché della persistente mancanza di trasparenza dell’attuale amministrazione. Elementari diritti, che nella nostra comunità, ancora nel 2018, vengono costantemente negati non solo ai cittadini ma, persino, agli stessi consiglieri comunali.
La Talarico indicava, inoltre, quali fossero i costi che ricadranno su tutti i cittadini carlopolesi. Essi sarebbero consistiti negli onorari da corrispondere al legale scelto dall’Ente quale difensore di fiducia, nonché, nelle spese di lite che il Comune di Carlopoli dovrà rifondere al ricorrente, quale parte soccombente.
In seguito alla lettura del pronunciamento del Tar i consiglieri appartenenti al gruppo «Uniti per Carlopoli e Castagna» proponevano al Consiglio di pronunciarsi in merito all’opportunità di investire della questione la Corte dei Conti al fine di far verificare, ad un organo terzo ed imparziale, l’esistenza di responsabilità e di conseguenza, ove ve ne fossero, di evitare che i danni, derivanti da tali scelte illegittime, si riversino esclusivamente sulle casse comunali, ovvero, a noi soliti cittadini.
La proposta, purtroppo, veniva respinta visto il disappunto dell’intera maggioranza.
Gruppo consiliare «Uniti per Carlopoli e Castagna»