Nella Sala Conferenze dell’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria, mercoledì 24 febbraio, con inizio alle ore 18, sarà presentato il libro di Mario Panarello e Alfredo Fulco Villa Caristo – Dalla natura all’artificio, dai Lamberti ai Clemente (Rubbettino, pp.638, Euro 48,00).
Dopo i saluti di Giuseppe Raffa, presidente della Provincia di Reggio Calabria, Mario Candido, assessore provinciale ai Trasporti e Francesca Martorano, direttore del Dipartimento Pau dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, interverranno insieme agli autori Giuseppe Caridi (Università di Messina), Tommaso Manfredi (Università Mediterranea di Reggio Calabria), Carmelo Stelitano (Provincia di Reggio Calabria).
Il volume, scritto a quattro mani da Mario Panarello e Alfredo Fulco, è frutto di una ricerca di oltre dieci anni. L’opera è corredata da un cospicuo corpus grafico e documentario che fa da supporto a un consistente apparato storico e critico, ruotante attorno al tema delle residenze e delle famiglie nobiliari calabresi, in un periodo compreso fra il XVII e il XIX secolo.
Perno della ricerca è villa Caristo, una delle più importanti dimore extraurbane calabresi e dell’Italia meridionale, ubicata in un incantevole territorio dal paesaggio ancora quasi del tutto incontaminato nei pressi di Stignano, voluta dalla potente famiglia dei Lamberti.
Edificata qualche anno dopo il vicino castello di San Fili, nella prima metà del XVIII secolo, la residenza venne acquistata dai marchesi Clemente di San Luca, che possedevano il feudo della vicina Placanica, quando vide un significativo intervento di ampliamento e decorazione. La ricerca ha portato all’acquisizione di dati storici importanti connessi alla vita dell’edificio e ha proposto l’intervento di alcuni artefici non secondari.
L’analisi della tipologia e del linguaggio architettonico della residenza e del giardino, attraverso un serrato gioco di rimandi a opere presenti sul territorio regionale, extraregionale ed europeo, ha gettato nuova luce sulle sue peculiari qualità, probabilmente frutto di personalità attive sul territorio in contatto con la raffinata cultura artistica napoletana che ancora in pieno Settecento gode di una sua autonomia linguistica in concorrenza con altre influenti tendenze artistiche.