Il 78 per cento degli italiani in vacanza quando mangia fuori è attratto dalla cucina tipica del luogo in cui si trova, a conferma dell’importanza della difesa dell’identità alimentare nazionale che rischia di sparire dalle strade e dalla piazze delle città italiane.
E’ quanto afferma la Coldiretti, sulla base di una indagine Ixè, nel commentare il decreto legislativo, approvato dal Consiglio dei Ministri, che sarà trasmesso al Parlamento in cui è stata introdotta, su indicazione del Ministro dei beni culturali e turismo Dario Franceschini, una norma che prevede che i Comuni, d’intesa con le Regioni, possano individuare zone aventi particolare valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico in cui vietare o subordinare ad autorizzazione l’esercizio di attività commerciali non compatibili con le esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.
I cibi più rappresentativi dell’identità alimentare nazionale rischiano di sparire dopo secoli dai centri storici dove dal kebab al sushi, dalla frutta esotica a quella fuori stagione, ma anche le caldarroste congelate si trovano ovunque durante tutto l’anno mentre – precisa la Coldiretti – per il baccalà fritto a Roma, l’intruglio della Versilia o il panino e milza a Palermo i turisti sono ormai costretti a cercare su internet o nelle guide.
I turisti italiani e stranieri quando arrivano nelle città – sottolinea la Coldiretti – si aspettano di mangiare prodotti della tradizione locale che sono la vera forza della vacanza Made in Italy, conquistata con la distintività, la biodiversità e il legame con il territorio.