“Domani partiamo per la visita al carcere dove è detenuta Ilaria, che fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale era usato dalla Gestapo per la detenzione dei prigionieri politici. Io onestamente dopo questa visita non ci terrei tanto a ritornare in questo luogo!”. Lo scrive su Facebook Roberto Salis, padre di Ilaria, detenuta da un anno a Budapest, il quale si dice “speranzoso” sul futuro della militante antifascista e docente milanese di 39 anni accusata di lesioni aggravate ai danni di due neonazisti. L’incontro tra padre e figlia è in programma “mercoledì” (21 febbraio, ndr) specifica il genitore all’Adnkronos.
Sulla vicenda di Ilaria Salis oggi è intervenuta di nuovo la leader dem Elly Schlein in Direzione Pd. “La destra non ha mosso un dito per mesi” per Ilaria Salis. “Noi dobbiamo continuare a insistere perché Ilaria Salis torni in Italia a scontare i domiciliari, perché lo stato di diritto deve valere per tutta l’Europa e vale per tutti i Paesi europei”, ha scandito la segretaria Pd.
Sulla vicenda di Ilaria Salis “penso che ci siano stati dei ritardi”, ha detto la senatrice di Italia Viva Raffaella Paita, ad Agorà su Rai 3. “Non della famiglia ma da parte del governo italiano. Penso che ci sia stata da parte del ministro Tajani, come dire, una certa lentezza. Di solito il ministro Tajani è poco incisivo ed anche un po’ lento nell’affrontare queste cose”, ha affermato Paita.